Giovedì 09 Giugno 2022 17:12 |
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AostaOggi.it: rubrica online
Parte da oggi sul quotidiano online “AostaOggi.it” una rubrica settimanale - che esce ogni giovedì - denominata “La coppia che scoppia” per affrontare le problematiche della Valle d’Aosta legate alle separazioni, ai divorzi e all’affido dei figli quando la convivenza dei genitori è finita. La rubrica è gestita dalla nostra associazione e c’è da sperare che certe consolidate incongruenze istituzionali vengano superate con lo stimolo - anche se talvolta non potrà essere che critico - dei genitori, titolati a difendere i propri figli e ai quali tutte le istituzioni, compresi i servizi sociali, devono rendere conto, combattendo le speculazioni di tutte le lobby che circondano questo redditizio settore.
Ridateci i nostri diritti
La coppia che scoppia è un fatto culturale e sociale che segna la fine di una relazione affettiva, come accade in tutte le società libere. Le nostre istituzioni, troppo spesso, però, non tutelano i membri della coppia nè i loro figli ed arrivano, nei fatti, a negare i loro inalienabili diritti, nell’indifferenza di chi ha il dovere del controllo e delle garanzie istituzionali.
I politici nazionali – a cui compete legiferare sul diritto minorile e sui diritti dei cittadini – ed a quelli locali – per quel che concerne la loro competenza su contributi pubblici e per i procedimenti amministrativi che disciplinano i servizi locali incaricati di monitorare questi nuclei familiari – parlano delle problematiche legate al venir meno della convivenza tra i genitori solo per fini elettorali e propagandistici, guardandosi bene, però, dal “disturbare” alcuni giudici “autonomisti” e i servizi locali incaricati di monitorare questi nuclei familiari, cioè il loro fiore all’occhiello dei loro colleghi da cui – di fatto – dipendono gli enti locali. Non esiste, in molti tribunali, il rispetto reale dei diritti dei figli e dei loro genitori, sanciti dalla Costituzione e dal diritto civile.
I diritti negati non è una nostra invenzione, ma l’amara constatazione di chi sperimenta quotidianamente sulla propria pelle il fatto che la legge non è uguale per tutti.
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Venerdì 18 Marzo 2022 19:46 |
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Lasciamo stare S. Giuseppe?
… lui non c’é!
Mi sono svegliato di soprassalto! Lo squarciante fischio dei motori degli aerei supersonici mi ha interrotto il sonno, in questa notte di grande preoccupazione. Da qualche giorno nel tratto di cielo verso Napoli, i segnali di cupe e sospettose notizie di guerra rompono l’aria anche dalle parti nostre. Tornano i ricordidel secondo conflitto mondiale che mi sono rimasti dentro come qualcosa che non se ne va più, con tutto il turbinio degli eventi che allora ci facevano trovarerifugio sotto un oliveto intorno al vecchio castello, col naso e lo sguardo rivolto in alto, al passaggio dei rumorosi quadrimotori americani che andavano a scaricare il materiale bellico sulla città di Napoli.
Allora, bambino, di una famiglia numerosa. Eravamo in sei, uno dietro l’altro. Con mia sorella, la prima, avevamo compiti assegnati nella fuga verso il rifugio, con la responsabilità organizzata di coperte e degli altri fratelli più piccoli. Rito che si svolgeva tutte le notti. L’allarme delle sirene mi è rimasto in un angolo del cervello che si risveglia al passaggio di aerei militari. Dopo qualche ora di rumore dei quadrimotori, si restava in attesa del ritorno, dopo aver scaricato le bombe della missione. Sull’orizzonte tra Capri e Punta Campanella, si alzava un inferno rosso di fuoco tra bagliori intercalati da fragorose esplosioni.
Al suono di fine allarme i miei genitori: “Ragazzi ritorniamo a casa”. Quello era il periodo della mia età dei giochi che non ho conosciuto e che mi hanno anticipato la fanciullezza, buttandomi direttamente in quella altra età che viene chiamata della maturità dell’uomo. Periodo questo in cui ho sentito e mi tengo stretta la presenza continua di mio padre e mia madre. La loro presenza, con tutte le enormi difficoltà della vita, è stata la guida sicura e forte che non ha consentito a nessuno dei figli di deviare dalla strada rigorosamente tracciata e indicata. Le difficoltà erano il cemento condiviso della responsabilità di entrambi i genitori e di tutti quelli di quell’epoca per ricominciare a costruire il futuro che abbiamo presente. Conflitti e discussioni avvenivano anche in nostra presenza, senza che alcuno di noi intervenisse, restando“accucciati” in un angolo, in attesa che la discussione finisse per fatti ed episodi che riguardavano i nostri comportamenti e la vita di tutta la famiglia. E la discussione finiva, tutto tornava come prima.
Tra pensieri e ricordi mi riaddormento di nuovo, con la serenità del falso allarme. Improvvisamente mi compare davanti una figura con la barba, un uomo di tempi antichi, vestito con abiti lunghi, sporchi e trasandati. Chi è? chiedo. “Sono S. Giuseppe, il padre di Gesù”. Dal portamento sicuro, il Santo si para davanti adirato, con lo sguardo di fuoco, le maniche della camicia riavvolte sulle braccia e i pugni stretti, come per minacciarmi. Subito gli chiedo: “Perché sei adirato con me?”. E lui:“Tu scrivi di problemi di famiglia, di genitori e di figli. E lo fai in tutte le occasioni in cui “la sacra famiglia” è messa in discussione. Sono qui per lasciarti un messaggio che devi divulgare.
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Venerdì 25 Febbraio 2022 15:50 |
Il presidente Ubaldo Valentini è stato intervistato
dalla giornalista Paola Corti su radio Rai1 il 22 febbraio 2021.
Trovate l'audio della lunga intervista su
https://fb.watch/blM5ur9_bl/
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Martedì 15 Febbraio 2022 16:30 |
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Aosta
La vicenda del bambino disabile
e gli abusi istituzionali
I genitori non condividevano le cure praticate al loro figlio, non per fini scientifici, ma per «fattori di carattere economico-organizzativo», cioè per risparmio di soldi da parte dell’Usl. Chiedono formalmente all’Asl i fascicoli sanitari del figlio, ma la richiesta è stata rigettata. Si rivolgono al Tar, che conferma le scelte dell’Asl, e, dopo, si rivolgono al Consiglio di Stato per vedersi riconosciuto il diritto di accesso alla documentazione dell’Usl Valle d’Aosta sulla modalità di assistenza e cura del figlio minore, affetto da grave disabilità.
Il ricorso viene ritenuto legittimo e si conferma che la tutela della salute dell'essere umano, e in particolare quella di un bambino, prevale sulla eventuale riservatezza dei documenti istruttori e sulla corrispondenza tra avvocato e pubblica amministrazione.
L’Asl dovrà consegnare ai genitori il fascicolo sanitario di loro figlio. I genitori, per far valere un loro inalienabile diritto, hanno dovuto sostenere ingenti spese, che nessuno rimborserà loro, come quasi sempre avviene, e, comunque, se riceveranno il dovuto rimborso a pagarlo saremo sempre noi cittadini, ma mai chi ha provocato loro il danno: assessorato regionale alla sanità, dirigenti Asl, servizi sociali o quant’altri.
Non possiamo sottrarci, come associazione genitori separati per la tutela dei minori (aps) ad esprimere, ancora una volta, l’indignazione per l’assurdo ed illecito comportamento del servizio socio-sanitario della Valle d’Aosta, che, sistematicamente, non risponde alle richieste dei genitori, unici titolati ad intervenire sull’azione del servizio pubblico sui loro figli.
La Regione, o meglio l’assessorato alla sanità, salute e politiche sociali, deve rendere conto – economicamente e giudizialmente - ai cittadini del funzionamento del settore di sua competenza, rendere pubblici i mancati dovuti controlli sistematici sul funzionamento della sanità e dei servizi sociali, visto che, quest’ultimi, mai rispondono alle richieste dei singoli cittadini, danneggiati dal loro comportamento, spesso fazioso, ingiusto e, purtroppo, anche scarsamente competente. Come associazione, da anni lo stiamo denunciando in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie, ma nessuno interviene. La ragione di questi assurdi silenzi va ricercata nelle lobby che condizionano la sanità e i servizi sociali valdostani e non solo.
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