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Mercoledì 29 Dicembre 2021 14:32

Rivoluzionaria decisione della Cassazione


I costi universitari sono spese ordinarie

coperti dall’assegno di mantenimento


avv. Francesco Valentini*

Sulle spese straordinarie per i figli che, in alcuni casi, sono anche superiori all’assegno di mantenimento per la prole, la Cassazione incomincia a fare chiarezza sia sui costi universitari che sul mantenimento stesso del figlio maggiorenne non autosufficiente se, terminati e/o rifiutati gli studi, non si trova una propria occupazione ed autonomia, di cui ne parlerò in uno specifico intervento.

Le spese universitarie rientrano tra le spese ordinarie coperte dall’assegno di mantenimento, che il genitore obbligato deve versare a quello che convive con il figlio (ora non più affidatario/collocatario, perché il figlio è diventato maggiorenne), poiché le spese universitarie sono prevedibili e quantificabili in anticipo e, venendo meno i requisiti della imponderabilità ed imprevedibilità, non possono essere considerate spese straordinarie, imputabili al 50% (o nella diversa misura ritenuta equa dal giudice, che, in alcuni casi, in relazione ai redditi dichiarati e documentati, può scegliere una diversa ripartizione) all’altro genitore, quasi sempre il padre.

La Suprema Corte di Cassazione, sez. I civ., con l’ordinanza n. 34100 del 12.11.2021, fa chiarezza su questo delicato argomento, oggetto di continue contestazioni da parte del genitore chiamato a contribuire al pagamento pro quota delle spese universitarie (tasse di iscrizione, libri, residenza, ecc.), anche quando dette spese non erano state autorizzate da parte del genitore non convivente con i figli, ma nemmeno gli erano state preventivamente comunicate per esercitare il suo diritto all’opposizione.

“Questa Corte - è scritto nell’ordinanza - ha già avuto occasione di chiarire che "devono intendersi spese "straordinarie" quelle che, per la loro rilevanza, la loro imprevedibilità e la loro imponderabilità esulano dall'ordinario regime di vita dei figli, cosicchè la loro inclusione in via forfettaria nell'ammontare dell'assegno, posto a carico di uno dei genitori, può  rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dall'art. 155 c.c. e con quello dell'adeguatezza del mantenimento, nonchè recare grave nocumento alla prole, che potrebbe essere privata, non consentendolo le possibilità economiche del solo genitore beneficiario dell'assegno "cumulativo" (Cass., Sez. I, 8/06/2012, n. 9372); e, più di recente che "in materia di rimborso delle spese c.d. straordinarie sostenute dai genitori per il mantenimento del figlio, occorre in via sostanziale distinguere tra: a) gli esborsi che sono destinati ai bisogni ordinari del figlio e che, certi nel loro costante e prevedibile ripetersi, anche lungo intervalli temporali, più o meno ampi, sortiscono l'effetto di integrare l'assegno di mantenimento e possono essere azionati in forza del titolo originario di condanna adottato in materia di esercizio della responsabilità in sede di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio ovvero all'esito di procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio, previa una allegazione che consenta, con mera operazione aritmetica, di preservare del titolo stesso i caratteri della certezza, liquidità ed esigibilità; b)le spese che, imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare, in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell'assegno di contributo al mantenimento, richiedono, per la loro azionabilità l'esercizio di un'autonoma azione di accertamento in cui convergono il rispetto del principio dell'adeguatezza della posta alle esigenze del figlio e quello della proporzione del contributo alle condizioni economico patrimoniali del genitore onerato in comparazione con quanto statuito dal giudice che si sia pronunciato sul tema della responsabilità genitoriale a seguito di separazione, divorzio, annullamento e nullità del vincolo matrimoniale e comunque in ordine ai figli nati fuori dal matrimonio" (Cass., Sez. I, 13/01/2021, n. 379)”.

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Venerdì 24 Dicembre 2021 09:52

Eppure Giuseppe accolse la notizia

in nome dello Spirito Santo …


Il nostro dubbio è: “come fa la giustizia a guardare negli occhi i propri figli quando si è resa responsabile di tenere separati padri e figli, in questo periodo difeste?

La famiglia,è il grido di allarme del papà; i bambini sono il futuro della società, insiste il Presidente della Repubblica; Draghi, parlamentari e governatori regionali, trovano buoni propositi,(conoltre 700 bonus), per tranquillizzare i cittadini, stanchi, arrabbiati e litigiosi nelle piazze, lungo i corsi delle luccicanti città, davanti alle ricche vetrine, nei posti di lavoro e nei luoghi di svago.

“Restiamo uniti, perché uniti ce la possiamo fare”, questo è il messaggio che corre attraverso il web, messaggio checompare sullo schermo, appena accendi il cellulare. Speranza e Paura sono i segni di una società che ha perduto la prospettiva del proprio futuro. Nel clima frastornato dalla confusione istituzionale, giustizia e Servizi sociali, proprio in questo periodo, tra vaccini, no vax e green passriescono a trovare il tempo di studiare come“ostacolare i rapporti Padre-Figlio”.

Una famiglia è tutto, lo dice la Costituzione e qualsiasi cultura di civiltà umana. Siamo contrari ai simboli colorati, delle scarpe e delle panchine, specialmente quando si propongono come segni di differenziazione, perché i colori non sono di genere, sono colori dell’Uomo nella sua concezione umana. Sono, purtroppo, sempre i padri ad essere allontanati dai propri figli. Sono eccezioni invece i casi di allontanamento di una madre. Si contano con “il lanternino”.

Auguri e buone feste risuonano nel mondo del web, sulle pagine dei migliori quotidiani e della stampa a colori.Eppure in questo mondo festoso e colorato, lungo le strade del GRANDE PAESE vi sono PADRI che vivono in condizioni di ospitalità, abbandonata, disumana, alcuni costretti in auto di fortuna, VERGOGNA ESPOSIZIONE DI UNA SOCIETA’ che si dichiara civile, patria della migliore Costituzione del Mondo e CULLA della civiltà del diritto.

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Venerdì 17 Dicembre 2021 16:34

In Umbria


Servizi sociali e case di accoglienza:

la politica non vede e non controlla!


Ancora una pagina nera sui servizi sociali e sulle case di accoglienza per madri e figli umbri (di Orvieto e Terni per l’esattezza), che, invece di tutelare il minore e il padre, hanno penalizzato ambedue. Un padre ha un figlio da una compagna caraibica convivente e dalla stessa querelato, anche presso i servizi sociali orvietani, per maltrattamenti del compagno su di lei e sul figlio di pochi anni. Gli assistenti diventano subito “partigiani” della donna e, senza minimamente fare accertamenti sui suoi trascorsi/precedenti penali e precedenti a rilevanza penale, l’accolgono in una struttura protetta di Orvieto per poi trasferirla, con il figlio, presso il centro antiviolenza di Terni, Liberetutte, gestita dall’Associazione Libera…mente donna (con sede a Terni), dove vi resteranno per tanti mesi.

Il padre, rientrando a casa dal lavoro, vi trova la compagna (che, poco dopo, chiama i carabinieri e si fa portare via unitamente al minore) e il figlio, a cui era particolarmente legato. Inutili le ricerche e le azioni giudiziali per conoscere dove si trovassero, temendo che fosse portato al paese di origine della signora. Dalle misteriose frasi degli assistenti sociali intuisce che il figlio era stato “sequestrato” e collocato con la madre in una struttura di accoglienza per proteggerlo dai maltrattamenti paterni, il cui indirizzo non poteva essere rivelato durante le indagini preliminari e gli accertamenti vari, come prevede la legge, preoccupati di tutelare il minore e sua madre dai maltrattamenti paterni, dopo esser stato dipinto come un “mostro”, figura molto cara ai centri antiviolenza e ai politici che proteggono queste strutture. Maltrattamenti mai avvenuti, ma le proteste paterne per un approfondito accertamento sulle accuse della ex compagna restano inascoltate.

L’impotente genitore, dopo alcuni mesi che non riusciva a rivedere il figlio, si rivolge all’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps), che, in breve tempo, ponendo in essere le dovute azioni giudiziali, riesce a scoprire dove si trovasse il figlio anche grazie all’ assistenza di un legale convenzionato, avv. Francesco Valentini, che inizia e porta avanti tutto l’iter per far riottenere l’affido congiunto ed il diritto di visita del figlio al padre. Si scoprono le varie condanne penali della madre – che non potevano non essere note ai giudici e ai servizi sociali. Dopo mesi di battaglie giudiziarie, il padre riesce a rivedere il figlio in modalità protetta sotto la arrogante e pressapochista sorveglianza degli operatori della comunità.

Siamo in presenza di una vera e propria sottrazione di persona incapace da parte della madre? Il tutto con la ovvia protezione dei servizi incaricati.

Da subito emergono problemi sulla gestione della comunità, dove i dovuti controlli pubblici erano e, forse, sono ancora inesistenti. La madre, durante il giorno, andava addirittura a lavorare in nero con la copertura della casa famiglia. Interviene la stampa, ma nessuno cerca di vederci chiaro. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni assolve il padre perché “… non sussistono pertanto elementi per … sostenere l’accusa in giudizio”. Nonostante ciò, passeranno altri mesi prima che il minore esca dalla comunità, che, ogni mese, percepiva svariate migliaia di euro dagli enti locali per ospitare madre e figlio.

La madre, per la quale il figlio era un peso, lo lascia al padre per la maggior parte del tempo. Il padre, per non rompere i legami madre-figlio, accoglie nuovamente la signora a casa sua. Dopo poco tempo, però, la stessa riprende ad ubriacarsi e ad aggredire verbalmente e fisicamente il disponibile genitore. Durante una sua violenta aggressione al padre, presente il figlio, vengono chiamati i Carabinieri e la signora aggredisce pure loro, con la conseguenza che viene anche denunciata per minaccia di morte e per resistenza a pubblico ufficiale (dal fascicolo delle indagini preliminari emergerà anche che la famiglia – amica dell’ex compagno – presso la quale faceva la badante ha querelato, nello stesso periodo, la stessa per furto della carta di credito). A ciò si aggiunga anche la querela dell’ex compagno per maltrattamenti ai danni suoi e del figlio, come era già accaduto a decorrere dal lontano 2014/2015.

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Venerdì 17 Dicembre 2021 09:17

Bonus fino a € 800 ai separati in crisi economica

per garantire l’assegno di mantenimento ai figli

 

avv. Francesco Valentini *

Tutti i genitori obbligati a mantenere i figli minori o maggiorenni diversamente abili che, a causa del Covid-19, si trovano in difficoltà economica ad erogare per intero l’assegno di mantenimento per i figli, come disposto nella sentenza di separazione, divorzio e/o affido, possono accedere al “bonus”, così come dispone l’art. 9 bis del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2022 (un emendamento che recupera l’art. 12-bis del d.l. 41/2021, il c.d. decreto sostegni), già approvato dal Senato ed ora in discussione alla Camera, che dovrà essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 21 maggio.

Le difficoltà lavorative del genitore obbligato – quasi sempre il padre, che ha «cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa» a causa della pandemia, con la conseguente drastica riduzione del reddito – devono essere imputabili alla cessazione, riduzione o sospensione della propria attività lavorativa per almeno 90 giorni e con la riduzione di almeno il 30% del proprio reddito rispetto a quello del 2019 a partire dall’8 marzo 2020.

Ancora non si conosce il numero delle mensilità del bonus a cui il genitore obbligato avrà diritto e si dovrà attendere il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che sarà emanato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale che lo prevede, su proposta dei Ministeri competenti, cioè il ministero per le pari opportunità e la famiglia, quello dell'Economia nonché quello delle Finanze e della Giustizia.

Lo stesso DPCM delineerà le modalità di verifica dei presupposti per l’accesso al bonus (per il 2021 sono previsti 10 milioni di euro) e di erogazione dei contributi.

Il bonus potrà arrivare, in base al reddito del genitore obbligato, ad un massimo di €. 800,00 al mese e sarà destinato esclusivamente al pagamento in parte o in toto dell’assegno di mantenimento per i figli, già stabilito dal tribunale, e non potrà essere utilizzato per l’assegno di mantenimento dell’ex coniuge. L’assegno andrà al genitore separato, che lavorava all’inizio della pandemia e che ha subito la decurtazione del proprio reddito, per coprire l’assegno di mantenimento previsto e preteso dall’altro genitore, il collocatario a cui non spetta detto bonus.

Tutto bene se la legge verrà approvata – si spera tra pochi giorni – poiché permettere al padre di poter assolvere ai propri obblighi economici verso i figli, garantendo loro l’assegno di mantenimento, farà sì che ci sia la tutela dei figli e che si eviti la prevedibile conflittualità genitoriale.

 

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Martedì 14 Dicembre 2021 19:49

 

 

Salerno Una madre usa il proprio corpo come scudo per salvare il figlio dalla furia omicida del padre


Rischia la vita per salvare il proprio figlio

ma i servizi sociali le tolgono il bambino


I fatti risalgono al 20 Giugno 2020, quando a Salerno un padre 34enne tenta di uccidere il proprio figlio di appena 7 anni, prima tentando di strangolarlo e dopo colpendolo al collo con dei forbiccioni tagliaerba.

Provvidenziale l’intervento di mamma Arianna (nome di fantasia), che accorgendosi dell’accaduto, usa il suo corpo per fare da scudo fra Luca (nome di fantasia del bambino) ed il padre omicida, salvandogli la vita, e scongiurando così la tragedia.

Mamma e figlio vengono immediatamente ricoverati, oltre allo stato di forte shock, vengono sottoposti a cure mediche per le ferite riportate.

Dai controlli medici, avvenuti subito dopo l’aggressione, Luca, oltre a riportare profonde ferite al collo, presenta dei lividi, che fanno presagire, il tentativo di strangolamento adoperato dal padre, ciò nonostante il bambino riesce a cavarsela con 6/7 giorni di prognosi. Senza mamma Arianna, Luca sarebbe morto ammazzato dal padre.

Il gesto del padre omicida sarebbe scaturito senza un apparente motivo, ma si presuppone che ci sia stata premeditazione, poiché l’arma utilizzata, forbici tagliaerba, l’omicida soleva tenerli fuori da casa per lavori agricoli amatoriali.

Mamma Arianna ha usato il proprio corpo per evitare che il padre colpisse il suo bambino, salvandogli la vita e, ciò nonostante, invece di essere aiutata, le è stato tolto il figlio, che si trova già da tempo presso una casa famiglia, sita nel territorio Salernitano, e la madre non può né parlare né vedere il proprio figlio. C’è da chiedersi: ma la giustizia che fine ha fatto? perché si agisce così nei confronti di una madre, facendole subire un ennesimo calvario, anche istituzionale?

Per questo motivo mamma Arianna si è rivolta allo Studio Legale Miraglia che, da anni, lotta contro il sistema degli affidamenti illeciti.

L’avvocato Miraglia, esprimendosi in merito, aggiunge: “questa vicenda ha dell'incredibile, questo bambino è stato dichiarato adottabile per il solo fatto che la sua mamma lo ha difeso?”

Continua l’avvocato Miraglia: “Ci rivolgeremo non solo alla Corte d’Appello affinché venga revocato lo stato di adattabilità, ma interpelleremo anche il Presidente della Regione De Luca, per capire come viene gestita questa casa famiglia, che di fatto ha messo alla porta la mia assistita, determinando la decisione del tribunale”.

Dopo l’aggressione omicida subita dal padre, alla madre e bambino nessuno li ha mai supportati adeguatamente, nessuno si è preoccupato di loro. Il padre omicida, attualmente, sta scontando una pena detentiva in carcere. A Luca, precedentemente al tragico accaduto, era stato diagnosticato un disturbo dello sviluppo neurologico e la commissione Asl gli aveva riconosciuto le tutele della legge 104.

 

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Giovedì 09 Dicembre 2021 09:52

Aosta il coordinatore incontra i partiti


Denunciato al congresso regionale del PD

il malfunzionamento dei servizi sociali


Luigino Masiero, coordinatore dei Genitori Separati Valdostani, ha iniziato la propria attività di raccordo tra le forze sociali, politiche, le istituzionie i separati intervenendo al Congresso regionale del PD che si è tenuto il 7 dicembre per sensibilizzare tutti sulle problematiche, talvolta drammatiche e volutamente ignorate, legate alla separazione.

Questo il testo dell’intervento.

***

Buon giorno a tutti. Intervengo a questo congresso del Pd in qualità di coordinatore Regione Valle d’Aosta dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori(aps)e vorrei richiamare l’attenzione dei presenti e del Pd sulla situazione dei genitori separati valdostani e dei loro figli, evidenziando alcune tematiche fondamentali per circa il 75% dei genitori valdostani che sono separati.

E’ indispensabile, anche per i separati, una riduzione delle tasse (taglio del cuneo fiscale) per alleviare e ridurre le diseguaglianze sociali ma i suggerimenti dei cittadini rimangono inascoltati.Il nostro paese ha un fisco incomprensibile nel quale registriamo malcontento nel ceto medio e penalizzante per le fasce basse.

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Mercoledì 01 Dicembre 2021 16:38

La sede regionale valdostana dell’associazione ha designato Luigino Masiero


Nuovo coordinatore dei genitori separati

 

La sede regionale dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps) ha un nuovo coordinatore: Luigino Masiero, nonno che ben conosce le problematiche dei genitori separati essendo suo nipote figlio di separati. E’ da anni iscritto all’associazione che frequenta assiduamente, portando profondi contributi al dibattito che si svolge tra gli iscritti e la società regionale di cui ne è profondo conoscitore. E’ una persona disponibile e competente sulle problematiche legate all’affido dei minori, al diritto di visita del genitore non collocatario, ai diritti negati al padre da parte del tribunale e dei servizi sociali. Conosce bene anche la politica regionale e considera inaccettabile l’assenza dei politici sulle profonde difficoltà dei separati e dei loro figli, futuri cittadini che dovranno gestire le istituzioni locali, per non disturbare i potentati locali. Il sig. Masiero è stato eletto all’unanimità anche membro del direttivo rinnovato recentemente.

A lui le congratulazioni dei soci e del nuovo direttivo dell’associazione.

 
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Mercoledì 01 Dicembre 2021 16:33

Torino

Bimbo iperattivo “sequestrato”

dalla Comunità terapeutica


Non va nemmeno a scuola. Avvocato Miraglia: «Non è degno di un sistema democratico e civile quello che sta accadendo a questo bimbo»

Un bambino di nove anni che abita nel Torinese vive “sequestrato” dalla comunità terapeutica nella quale è stato confinato due anni fa per una sorta di “ripicca” nei confronti della madre, che si era lamentata con la scuola che all’epoca il bimbo frequentava, incapace di gestire la sua iperattività. Invece di fornire un supporto alla famiglia, il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta ha confinato il bimbo dentro la comunità terapeutica, da cui non esce nemmeno per andare a scuola. Non vede nessuno, nemmeno la mamma. E viene regolarmente sedato con i farmaci.

«È un manicomio per bambini mascherato???» commenta l’avvocato Miraglia, al quale la madre del bimbo si è rivolta. Tra l’altro è stata denunciata perché protesta contro quella comunità lager che impedisce persino al professionista incaricato dal Tribunale di redigere una Ctu, valutando il bambino e il suo rapporto con la mamma. La psicologa responsabile della struttura terapeutica, infatti, impedisce al professionista di eseguire un esame obiettivo, dal momento che gli vieta perentoriamente di vedere il bimbo fuori dal contesto della comunità, dalla quale il ragazzino è fortemente condizionato.

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