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Venerdì 19 Marzo 2021 18:47

19 Marzo: una vacua ed inutile ricorrenza per nascondere la tragedia di troppi genitori separati


Papà separato: kaput, altro che festa!


di Ubaldo Valentini*

Facciamola finita – istituzioni, politica, stampa ed associazioni di genere, associazioni occasionali/strumentali – con il continuare ad ignorare la tragedia di una infinità di padri separati dai figli, il cui ruolo genitoriale è stato cancellato dai tribunali, dalla politica che tutela i servizi sociali “deviati” e da quella stampa a servizio di un potere di circostanza che, nell’occuparsi esclusivamente dei “maltrattamenti” al femminile, dimentica le migliaia di uomini che subiscono violenze e maltrattamenti in percentuale superiore a quelli delle donne – come ci ricordano statistiche ignorate – e che il 19 marzo, però, esaltano la festa del papà. Una inutile ed offensiva retorica per osannare una festa che, oggi, non può esserci per la maggioranza dei padri italiani.

Dimentichiamo che un elevato numero di padri, nel modo più camuffato e “silenzioso” per non lasciare un incomprensibile ricordo ai figli, si tolgono la vita poiché i tribunali, “confortati” indebitamente dai servizi sociali, li hanno estromessi proprio dai figli, la cosa per loro più cara, vietando una equa frequentazione o riducendoli alla miseria più atroce con assurdi e sproporzionati assegni di mantenimento ed una contraddittoria elencazione di spese straordinarie secondo “protocolli” d’intesa costruiti dal tribunale e dall’ordine degli avvocati locale.

Tantissimi padri, per fortuna, fanno la scelta di lottare per far rispettare la Costituzione e per la retta applicazione nei tribunali del diritto di famiglia e del diritto minorile ma, nell’indifferenza della politica, delle istituzioni e della stampa, continuano ad essere “mazziati” con sentenze inique e di genere.

L’autonomia della magistratura può esistere solo quando chi “decide” lo fa con competenza e rispetto del cittadino, garantendo che “la legge è uguale per tutti”, cioè si applica indistintamente a tutti i cittadini senza fare alcuna aprioristica distinzione tra padre e madre. Ma non è così e i fatti quotidiani ne sono una drammatica testimonianza. Cosa fare allora? Pretendere da tutti, nessuno escluso, il rispetto dei diritti genitoriali in ogni sede lottando senza paura contro chi ostacola il rispetto dei diritti umani e dei diritti dei minori.

Se si distruggono i padri si cancella la civiltà” scrive (dedicando all’argomento un interessante e pertinente servizio di una pagina) la giornalista Silvana De Mari su “La Verità” del 12 marzo 2021 (p.16), quotidiano che da molto tempo dedica particolare attenzione ai figli dei separati, ai minori e ai diritti negati ai padri nelle separazioni. Questi collegi giudicanti una volta che nelle separazioni non rispettano i diritti dei figli e dei loro padri non sono credibili e esercitano “abusivamente” una ben retribuita professione sulla pelle dei cittadini e del popolo italiano.

 

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Venerdì 19 Marzo 2021 18:34

Quando avvocati e giudici si sentono “abusivi” legislatori


Protocolli sulle spese straordinarie

Discutibili: più danni che vantaggi


avv. Francesco Valentini*

Sembra che senza un protocollo specifico che regoli ogni azione umana non si possa fare più nulla. Ma cosa sono questi “protocolli” da tutti invocati come guida infallibilee, spesso, come giustificativo di un operare non sempre molto chiaro? Il protocollo non ha il valore della legge perché sono formulati da persone che non hanno funzioni legislative e spesso, assai spesso, sono di parte e a tutela di interessi di parte. Vengono imposti, talvolta, come disposizioni vincolanti e alle quali non ci si può opporre. Si dimentica, però, che solo la legge può essere imposta,ma non disposizioni che sono frutto di compromessi tra parti più o meno interessate alla materia che specifici protocolli dovrebbero disciplinare.

Nelle separazioni questi protocolli vengono imposti come panacea per eliminare la conflittualità tra i genitori sulla determinazione delle spese straordinarie dei figli mentre, di fatto, alimentano la conflittualità e troppo spesso sono fonte di vere e proprie ingiustizie verso il genitore non collocatario – guarda caso, sempre il padre –che si vede costretto a sostenere come straordinarie spese non dovute, versando già l’assegno di mantenimento per i figli e coprendo, così, tutte le spese ordinarie.

Alcuni giudici – pochi in verità - riconoscono una funzione “indicativa”, e non “impositiva” ai protocolli, ma ugualmente li citano nei loro provvedimenti come vincolanti!

Qualcosa non torna. Se sono indicativi per situazioni similari vuol dire che hanno una funzione di confronto che poi, come sempre dovrebbe accadere quando si amministra la giustizia, va calata nella realtà concreta, perché le decisioni prese non possono essere standard, generiche, ma riferite al singolo caso che, essendo singolo, ha necessariamente delle variabili non trascurabili rispetto al modello che si propone con il protocollo.

Nelle separazioni e nell’affido dei minori, i tribunali, l’uno indipendente dall’altroe , spesso, entrando anche in contraddizione con lo stesso diritto minorile e di famiglia, formulano disposizioni per la gestione delle spese straordinarie dei figli in base ad un “formulario” redatto da giudici, cioè coloro che devono amministrare la giustizia, e dagli avvocati, cioè da professionisti forensi pagati per tutelare questo o quel genitore dinnanzi alla legge.I protocolli dovrebbero servire, a dire degli estensori, per meglio accordare genitori conflittuali tra loro sulla determinazione delle spese straordinarie (cioè quelle non coperte dall’assegno di mantenimento), nel rispetto delle esigenze dei figli e delle disponibilità socio-economiche dei rispettivi genitori. Variante, quest’ultima, quasi semprealla base delle decisioni, anche quando tali disponibilità economiche non ci sono da parte del padre, l’obbligato,e neanche quando la madre ha un reddito prodottoda lavoro non dichiarato o da nascoste convivenze.

In realtà, i tribunali si richiamano ai propri protocolli e,spesso, con le loro decisioni, incrementano la discordia tra i genitori e il conflitto ha sempre una ricaduta sui figli, sempre più ostaggio del genitore più forte e, di conseguenza, emarginato dalla vita dei propri figli.

Il protocollo, per essere rappresentativo, deve essere formulato con la partecipazione attiva di almeno tre parti: genitori (veri titolati a decidere sui propri figli), giudici, in qualità di tutori della legge minorile, avvocati, come difensori del genitore abusato. I genitori sono stati completamente ignorati e sono stati sostituiti dagli avvocati, che sono “professionisti” pagati per svolgere una mansione, ma non sono i genitori, veri ed unici titolati a parlare in nome e per conto dei propri figli. La mancanza del genitore nella stesura dei criteri per l’individuazione delle spese straordinarie rende scarsamente attendibile lo stesso protocollo, che finisce per rappresentare tanti interessi eccetto quello fondamentale: l’esercizio della bigenitorialità e co-genitorialità,due diritti inalienabili e che passano ambedue per il genitore, ma non per figure terze, come l’avvocato e il giudice, che hanno finalità specifiche, ma non sostitutive della genitorialità.

Sono molti gli avvocati che si trovano in difficoltà – e talvolta boicottati – da protocolli applicati alla lettera, senza tenere in minimo conto la realtà delle cose, cioè di quella quotidianità con la quale il genitore deve sempre rapportarsi per arrivare alla fine del mese. Si ha l’impressione che, talvolta,molte asserzioni contenute nel protocollo vengano da un mondo ovattato, bello, ideale, ma inesistente. Un esempio? Si stabiliscono che certe spese sono da ritenersi automaticamente straordinarie e, quindi, devono essere rimborsate al genitore che le ha sostenute. Non si tiene conto, però, che gli articoli variano di prezzo l’uno dall’altro e che non tutti i commercianti hanno gli stessi ricarichi sulla merce. E se poi quel genitore, in quel periodo, certe spese (modelli di oggetti) non può permettersele,perché deve assumersi un impegno che non potrà mantenersi? Tutti sappiamo che gli studi forensi sono pieni di istanze per mancati pagamenti di assegni di mantenimento e spese straordinarie e c’è da chiedersi chi abbia interesse ad incrementare il lavoro delle cancellerie dei tribunali, anche se i legali, comunque, una parcella la percepiscono sempre o quasi.

Chiarezza è dovuta sulla loro utilità sia sul testo che, oltre a garantire il massimo rispetto delle libertà del cittadino, deve essere unico per tutti i tribunali italiani, sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia,  per evitare incomprensioni, ma anche divergenze che ne alterano la sostanza.


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Lunedì 14 Dicembre 2020 17:44

E’ sempre maggiormente diffusa la prassi della propria autotutela con il ricorso alla denuncia/querela per sollevare le indagini su particolari aspetti spesso sfuggiti agli investigatori. Sicuramente è un diritto del cittadino che si scozza con la diffusa quanto sommaria prassi di bloccare ulteriori indagini per la impossibilità a trovare elementi per sostenere la nuova accusa. Nulla da eccepire in merito se non sorgesse il dubbio che ciò sia solo una scappatoia, senza alcuna garanzia per il cittadino, per eludere il processo. Meglio cautela, tempi più lunghi ma con l’accertamento della verità che una giustizia snella ma lontana dal cittadino!


L’oblio imposto per legge


Avv. Francesco Valentini*

Con poche parole ilP.M. chiede al GIP l’approvazione della sua proposta di archiviazione delle denunce e/o querele dei cittadini “in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio”,cioè si interromponoaudizioni ed altre indaginise mai fossero state fatte in modo approfondito. Chi è convinto della correttezza della propria denunciae/o e vuol far riprendere le indagini, deve opporsi all’archiviazione e al cui Gip spetta se accoglierla o meno.

L’istituto dell’archiviazione, a cui se fa un esagerato ricorso, va ben oltre l’apparente contributo di rendere più agile la giustizia italiana alleggerendola di iniziative che contribuiscono solo ad allungarne i tempi, perché, di fatto si può ledere il diritto del cittadino all’autotutela.

In realtà conl’archiviazione di una denuncia e/o querelasi impone l’oblio per leggea tutti coloro che con lo strumento della denuncia si permettonorichiamare l’attenzione della magistratura su possibili delitti che, altrimenti, verrebbero cancellati “d’ufficio” e/o rimarrebbero impuniti.Con l’accettazione della richiesta dell’archiviazione, del P.M. nessuno potrà più aggiunge nulla di nuovo a quel mondo  “penale” che vede protagonisti, sempre di più, i minori, ai quali, con troppa facilità, si riconosce solo il diritto all’oblio!Tutte le denunce vengono “stoppate” ancor prima di essere ascoltate direttamente ed ancor prima che si approfondiscano le variegate motivazioni della denuncia stessa.

E’ tutto vero. Il padre di una bambina, con collocamento condiviso e collocazione prevalente presso la madre (a sua volta convivente con la nonna materna)  da anni lotta nei tribunali per il diritto a frequentare e sentire la propria figlia, ma che la nonna, senza alcun titolo sulla nipote, in quanto non abbandonata, di fatto,gli vieta l’esercizio delproprio naturale diritto alla co-genitorialità.

 

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Martedì 01 Dicembre 2020 16:45

 

Cambia la giustizia in Valle d’Aosta


Alla luce delle sentenze della Corte di Appello di Torinoresta certo che le battaglie dell’associazione e la sua linea difensiva trovano sistematica conferma nelle sentenze riformate, che continuano a darci ragione. Non è la prima volta che accade e la sentenza impugnata, riformata e pubblicata ieri nel capoluogo piemontese è la palese conferma che le cose stiano cambiando e che lentamente la linea del diritto ha il sopravvento su altre esigenze.

Un padre lotta da anni per vedersi riconosciuti i diritti di genitore estromesso dalla vita dei propri figlied è da oltre un decennio al centro di duri e diretti attacchi da parte della oramai ex-moglie e dei due figli che, in un pubblico dibattito raccontava, assieme ad altri padri, la propria esperienza genitoriale. Complici sono pure certi ambienti politici, che cercano nel mondo del sommerso chiari sostegni alle loro richieste e promesse non sempre comprensibili e giustificabili.

 

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Venerdì 20 Novembre 2020 09:13

Dibattito ad Aosta sulle 'vittime della Giustizia' organizzato dall'associazione Genitori Separati

 

https://www.youtube.com/embed/j5pWKZvKGRw


 
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Venerdì 23 Ottobre 2020 15:47

 

Per sicurezza Coronavirus il convegno  è stato rinviato alla prossima primavera 2021

Si ringrazia per le adesioni pervenute e per la disponibilità degli enti locali

 

 

 
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Venerdì 02 Ottobre 2020 10:34

AOSTA -Venerdì 9 Ottobre 2020 ore 20.30

C.S.V. – Sala Conferenze – via Xavier de Maistre, n. 19

INCONTRO – DIBATTITO


Gli utenti del tribunale ancora vittime della Giustizia!

Testimonianze a confronto.


Introduce i lavori il prof. Ubaldo Valentini - moderatore del dibattito il dott. Andrea Pieri.

***

Il Tribunale di Aosta non funziona - e ciò lo sanno bene i cittadini e soprattutto i separati e i loro figli – a causa di sentenze fortemente influenzate dalla cultura di genere, di sentenze perennemente evidenziate da errori che costringono l’utente che non ha risorse economiche per altri ricorsi a rinunciare alla tutela dei propri diritti, di sentenze che rinnegano quelle pronunciate da colleghi dello stesso tribunale a cui, invece, dovrebbero attenersi, procedura civile talvolta palesemente non applicata e l’elenco delle disfunzionalità è noto a tutti, anche se sono poche le fonti d’informazione che ne parlano ufficialmente.

 

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Lunedì 14 Settembre 2020 17:51

Aosta


Figli affidati a comunità- Servizi e giustizia che non funzionano

 

Avv. Gerardo Spira

Il Covid ha sconvolto la vita di tutto il sistema mondiale. Non si è salvato nessuno. La legge è caduta nella pandemia isterica di tutti: cittadini, istituzioni, scuola, comuni, Servizi e Giustizia.  La famiglia, è quella che sta pagando il prezzo più alto.

Le istituzioni, invece di aprire le porte per rassicurare i cittadini in difficoltà, studiano ed emettono provvedimenti che li allontanano ancora di più dallo Stato.  Anche Il problema delle separazioni è finito in preda alle più assurde e sconvolgenti decisioni.  Non parliamo dei bonus o contributi concessi in questo periodo, che pure hanno fatto la differenza di genere, ma di provvedimenti che Servizi sociali e Tribunali continuano a sfornare, con guanti e mascherine, in nome della legge.

L’occasione del Virus ha finito per spezzare la schiena della famiglia che invece, proprio in questa occasione aveva bisogno di maggiore assistenza e di comprensione. Il mondo delle differenze e delle disuguaglianze ha aperto il varco alla corsa spregiudicata di affari loschi e oscuri. Ne esce sconfitto lo Stato e pagano figli e genitori. I figli pagano le conseguenze più dure e irreparabilidegli errori e delle inadempienzechiamate dai più “malagiustizia”. Il Costo più grande lo paga la Comunità tutta, che indirettamente paga le conseguenze degli errori di chi la rappresenta.

Mica pagano magistrati e servizi per gli errori commessi. Pagano i cittadini e i figli. I figli,testimoni di vicende che non dimenticheranno mai, e che hanno visto calpestati i diritti che cercheranno sempre nel corso della vita. Purtroppo la legge per tutti finisce in un tritacarne di situazioni, di condizioni, di persone e personaggi da cui i figli escono avvelenati.

L’Associazione GenitoriSeparati per la Tutela dei minori da oltre 20 anni ha prestato attenzione al problema e da sempre si è posta una semplice domanda: ”Che cosa c’entrano i figli con il fatto che i genitori decidono di separarsi?”

Il procedimento civile della separazione e divorzio entra nel mondo della più assurda pseudo-parapsicologia da cui tutti ne escono sconfitti: genitori, famiglie e servizi. I Giudici finiscono per non fare più i giudici, gli avvocati seguono la sorte e i minori finiscono in una segreta casa comune o casa famiglia che dovrebbe, secondo chi decide, sostituire i genitori.  Sappiamo come finiscono queste storie.I minori, sottratti, vengono consegnati in cura a persone di dubbia capacità e responsabilità genitoriali; a persone che svolgono ruoli e funzioni come un lavoro.Anzi in molti casi questo lavoro è svolto da persone che si portano dietro problemi del fallimento della propria vita familiare.

Il legislatore si è preoccupato del problema e con la legge n. 54 del 2006, che tutti i separati conoscono a memoria, ha dato valore e importanza alla famiglia e ha indicato le linee guida per garantire la tutela dei minori; ha specificatoqual è il ruolo degli Enti territoriali, locali e regionali; cosa deve fare il Tribunale quando viene chiamato a decidere. E’ compito del Giudice di fissare i capisaldi della carta dei diritti e degli obblighi di chi si separa, ordinandone l’osservanza.

Chi sbaglia paga.Questoè il principio. Non significa che a chi sbaglia si tolgono i figli. Significa che chi nonosserva la Carta, trasfusa nell’accordo o nella sentenza deve restituire all’altro genitore il tempo e il valore del diritto sottratto, compensandoli in termini economici.La funzione dei genitori deve essere imposta, non penalizzata. Nella legge il principio va in questa direzione. Invece leggiamo che in quasi tutti i tribunali d’Italia vengono fatti protocolli,che hanno solo lo scopo di mettersi d’accordo sul ruolo di ognuno. Si stabilisce cosa devono fare gli avvocati, cosa devono fare i servizi sociali e gli ordiniprofessionali di appartenenza.Il protocollo è firmano da tutti, tranne che dalle parti interessate, cioè dai genitori. Nei diversi incontri pubblici ne abbiamo parlato e lo abbiamo contestato.

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