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Martedì 06 Giugno 2023 18:21

Nei tribunali umbri


Affido dei figli e declino della maternal preference


La recente sentenza della Corte d’appello di Perugia accoglie il ricorso di un padre che si era visto condannato per maltrattamenti in famiglia, sebbene non abbia mai usato violenza sui figli, perché, a causa degli impegni di lavoro, aveva dedicato poco tempo alla loro educazione e non aveva stabilito con loro un vero e proprio legame padre-figli. Si era mostrato, cioè, “negligente nello sviluppo del rapporto educativo e di fiducia nei confronti dei suoi due figli”.

I consiglieri della Corte d’appello di Perugia hanno sentenziato che non sono penalmente punibili “le condotte del padre che trascuri di sviluppare un sano rapporto di cura ed educazione nei confronti dei figli, ma che al contrario si dimostri rigido, freddo e disinteressato nei loro confronti e dedichi la maggior parte del proprio tempo al lavoro”.

Un padre, se non lavora, non mantiene i figli e ogni lavoro richiede tempi e impegni diversificati. Giustificare la negligenza paterna a causa del lavoro, vuol dire riconoscere che non sempre è possibile organizzare il lavoro tenendo conto dei doveri genitoriali.

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Martedì 06 Giugno 2023 18:08

Tribunali piccoli solo se non antiquati


Troppi tribunali, anche se operano in aree con scarsa densità demografica, comportano elevati costi di gestione e presentono conclamate carenze operative non hanno ragioni di esistere in piccole regioni o città la cui popolazione è inferiore a quella di un quartiere metropolitano, soprattutto quando il loro modo di operare e di interpretare la legge è antiquato e, pertanto, dannoso per l’inerme cittadino.

Le strutture piccole hanno un fascino poiché sono facilmente controllabili e permettono, se c’è la volontà di tutti, di anticipare modalità operative che altrove, invece, sono condizionate dalla loro natura organizzativa: rigida e formale. Non è detto, però, che il piccolo sia sempre positivo poiché potrebbe essere condizionato dall’esiguità delle risorse umane e, quando il piccolo non è bello, non resta che porsi interrogativi sulla loro utilità per la società di riferimento geografico ed istituzionale.

Le alternative, drastiche, consistono nella loro soppressione con l’aggregazione a strutture più grandi e meglio organizzate di altre zone per tagliare costi economici che gravano sulle spalle dei cittadini. Altra soluzione potrebbe essere quella di continuare a vivacchiare in nome di zone periferiche in base al principio che si è sempre fatto così. La terza soluzione, quella più utile e funzionale per i cittadini, consiste nel trasformare la struttura esistente in un polo innovativo che sperimenti soluzioni che vanno ben oltre l’antiquata quotidianità.

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Giovedì 25 Maggio 2023 16:27

Separazioni: la tutela psicologica dei figli


Si è parlato molto del ruolo dei tribunali e dei servizi sociali nell’affido dei minori quando la convivenza dei genitori finisce ed abbiamo anche dimostrato che la verità sul loro funzionamento non è quella di cui si vantano, poiché, per colpa di queste due importanti istituzioni, esistono i tanti disagi personali e sociali dei minori coinvolti. Con la discriminazione tra i genitori non si amministra la giustizia e tantomeno si tutela il superiore interesse dei minori, come, invece, si vorrebbe far credere.

Un aspetto, di fatto, ignorato sia dai servizi sociali che dai giudici, è la tutela psicologica dei figli, che, con la fine della convivenza dei genitori, fa crollare in loro quel mondo affettivo e familiare in cui erano stati, quasi sempre, accolti alla loro nascita. Il disagio esistenziale condiziona la loro crescita, caratterizzata da insofferenza e instabilità emotiva e condizionata dal venire meno della presenza significativa di uno dei due genitori e, di fatto, dai condizionamenti e discredito verso l’altro genitore da parte di quello collocatario.

La tutela psicologica dei figli viene fatta, troppo spesso, in base a stereotipi esistenziali e condizionamenti di genere, che, in nome della loro serenità, lascia i minori in balìa di sè stessi ed orfani (per il 94%) del padre. La fine della convivenza e la inevitabile separazione devono avvenire dopo una attenta ed equilibrata preparazione dei figli a questa diversa condizione familiare. La fretta, che, troppo spesso, caratterizza le separazioni, non aiuta i figli ad elaborare la nuova realtà familiare, da loro accettata, non per convinzione interiore, ma per l’impotenza ad opporsi a cose più grandi di loro, e attenuare lo stress della fine della convivenza per garantire loro il benessere psicologico.

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Lunedì 22 Maggio 2023 08:53

I nuovi parametri per l’accesso al


Patrocinio a spese dello Stato


avv. Francesco Valentini

Possono essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato (cd. patrocinio gratuito) tutti coloro che hanno un reddito imponibile, ai fini dell’imposta personale sui redditi, risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi (2022), non superiore ad €. 12.838,01 mentre il limite precedente era di €. 11.734,93. Il limite è stato innalzato perché l’Istat ha rilevato, nel biennio 01.07.2020-230,06.022, un aumento del costo della vita pari al 9,4%.

I redditi da considerare, per verificare se si rientra o meno dentro questo limite, sono tutte le tipologie di redditi imponibili ai fini delle imposte sui redditi, compresi quelli dei familiari conviventi (convivente more uxorio, nonché tutte le persone che coabitano con il richiedente in maniera stabile e continuativa), ma anche i redditi che, per legge, sono esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, ovvero ad imposta sostitutiva, come, ad esempio, il reddito di cittadinanza e l’importo dell’assegno di mantenimento percepito dall’ex coniuge (Cassazione Penale, IV sez., sentenza n. 46159 del 17.12.2021).

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Lunedì 22 Maggio 2023 08:45

Aosta: dopo decenni di inspiegabile silenzio


Antonio Sonatore:

la politica finalmente si ricorda di lui


Antonio Sonatore si è dato fuoco il 7 aprile 1996 e quella data è divenuta, a livello nazionale e mondiale, il giorno per ricordare i padri che lottano per essere rispettati nei tribunali, quando si decide l’affido dei propri figli, e che combattono contro “l’ingiustizia di una giustizia”. Sonatore è ricordato come il padre a cui le istituzioni hanno negato il suo diritto alla genitorialità. Diritto, questo, che nessuno può negare, neanche quando c’è una forte conflittualità tra il genitore estromesso dalla vita dei suoi figli e il genitore che, al contrario, si sente in dovere di pretendere - talvolta, purtroppo, anche con mezzi non sempre leciti – l’affido esclusivo dei figli stessi. Al padre (94% dei casi di affido) dovrebbe restare, secondo queste logiche discriminatorie, solo il dovere di mantenere i figli, anche quando, di fatto, non gli si permette di poterli frequentare. Una contraddizione che va affrontata con la massima urgenza dal Parlamento, soprattutto mettendo mano alla riforma del diritto di famiglia, ponendo fine alle assurde discriminazioni di alcuni giudici.

Il consigliere regionale Andrea Manfrin, capogruppo della Lega Vallée d'Aoste, il 7 aprile di quest’anno, ha depositato un mazzo di fiori dinnanzi al tribunale di Aosta (htpps://fb.watch/jM6zpAx7wO/), nel punto dove Antonio Sonatore, il giorno di Pasqua del 1996, espropriato di sua figlia, a cui era legatissimo, si era dato fuoco. Due giorni dopo morirà a Torino. Non solo. Andrea Manfrin ha presentato una mozione per attivare “le iniziative necessarie all’intitolazione di una stele in ricordo della figura di Antonio Sonatore”.

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Venerdì 12 Maggio 2023 18:33

Il 5 x 1000

un aiuto per i minori e i loro genitori separati


Il 5 x mille destinato alla nostra associazione di volontariato (C.F. 94077010547) viene impiegato per far conoscere i diritti dei figli e dei loro genitori non più conviventi e per tutelarli dinnanzi alle istituzioni che non sempre rispondono con attenzione ed oggettività ai bisogni dei cittadini, soprattutto se minorenni.

Da ventisei anni, a livello nazionale, diamo un aiuto alle singole persone che si rivolgono a noi nei momenti che precedono e seguono la fine della convivenza, soprattutto per tutelare il diritto alla bigenitorialità dei figli e il diritto alla co-genitorialità dei loro genitori. Troppo spesso le istituzioni non garantiscono equità nell’affido dei figli e un genitore viene estromesso, di fatto, dalla loro vita, riconoscendogli solo l’obbligo del loro mantenimento, ma non i suoi inalienabili diritti genitoriali. Troppo spesso, purtroppo, le vittime di questi abusi istituzionali non hanno la possibilità nè la forza di far valere i propri diritti, spesso non noti nemmeno a loro, per mancanza di disponibilità economica per la costosa assistenza legale, ma anche per la poca consapevolezza o volontà dei legali a difendere fino in fondo il rispetto dei loro diritti genitoriali negati.

Con la discriminazione di trattamento si rende intoccabile il genitore collocatario e non si procede contro di lui nemmeno quando utilizza le proprie prerogative genitoriali contro l’altro, contravvenendo dolosamente alle disposizioni del tribunale,  pur consapevole che il danno viene fatto al figlio, spesso indotto a rifiutare l’altro genitore (per il 90% circa, il padre), per soddisfare un profondo e incomprensibile senso di vendetta, la quale è quasi sempre immotivata.

La nostra associazione non ha mai chiesto ed usufruito di finanziamenti pubblici degli enti locali, perché non vuole condizionamenti nelle sue battaglie a difesa dei minori e del genitore più debole, che hanno, come controparti, i tribunali, i servizi sociali, gli enti locali con lo “sperpero” dei contributi pubblici, elargiti in base al ritorno elettorale.

Le nostre attività sono economicamente sostenute con la volontaria quota sociale degli iscritti (€. 30 all’anno), le erogazioni liberali (detraibili dalla dichiarazione dei redditi, perché siamo una a.p.s. iscritta al R.u.n.t.s.) e il 5x1000, che alcuni cittadini ci destinano per poter consentirci di portare avanti la nostra gratuita attività di volontariato. tratto da www.AiBi

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Venerdì 12 Maggio 2023 18:13

La società valdostana e l’affido dei minori:

necessario un confronto franco e costruttivo


Le problematiche legate alle separazioni e all’affido dei minori, in Valle d’Aosta, sono note a tutti, mondo politico e istituzioni preposte alla tutela dei minori, ma sembrano passare in secondo piano per far spazio a nuove emergenze familiari o, meglio sarebbe dire, accantonate dai diretti responsabili per non entrare in contrasto con le lobby legate a questo redditizio mondo.

L’assessorato regionale alle politiche sociali, con i vari assessori che si sono susseguiti, non ha mai voluto affrontare, con i dovuti controlli, l’operato dei servizi sociali, dei mediatori familiari, degli educatori e delle case famiglia, che, purtroppo, invece di risolvere i problemi dei minori, spesso, li hanno aggravati ed hanno alimentato, con il loro modo discriminatorio di affrontare i problemi, la conflittualità tra i genitori, a totale scapito dei minori, vittime di queste inadempienze e, troppo spesso, incompetenze.

Le denunce dei genitori separati – soprattutto da parte di quello emarginato dai figli, con sentenze, decreti e/o ordinanze del tribunale locale - fatte anche direttamente ai responsabili istituzionali, anche attraverso la nostra associazione, non hanno ottenuto lo sperato cambio del modus operandi per il vero rispetto della bigenitorialità e della co-genitorialità.

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Giovedì 11 Maggio 2023 11:30

Famiglie arcobaleno e i figli “pretesi”


Ubaldo Valentini*

E’ indiscutibile che ognuno gestisce liberamente la propria sessualità, senza renderne conto ad alcuno, ma non si può avvalorare la pretesa delle famiglie arcobaleno di avere i figli, come le famiglie formate da un uomo e una donna, poiché i figli si concepiscono, non si “comprano” e “appartengono” a chi li ha messi al mondo. Non esistono ragioni per giustificare culture e prassi che considerano i figli un “oggetto” per soddisfare i desideri – o, ancor peggio, le emozioni - di chi, di fatto, li ignora con il suo rifiuto del concepimento condiviso.

Le argomentazioni portate avanti per giustificare la pretesa di figli non concepiti e per vedersi riconosciuto, in realtà, il diritto di ricorrere all’utero in affitto rivelano una fragilità caratteriale e un forte egoismo di genitori mancati per propria scelta, ma che, però, pretendono di essere genitori a tutti gli effetti, perché, altrimenti, la famiglia non sarebbe tale. Tra rinuncia al concepimento e pretesa di avere figli “propri” c’è una profonda e contraddittoria fragilità umana che non tiene conto della superficialità di certe attuali espressioni sociali.

Chiaramente, i figli devono essere cresciuti ed educati, salvo naturali eccezioni, da due genitori di sesso diverso e il modello di riferimento nella formazione della personalità del bambino e dell’adolescente non può essere due uomini o due donne, poiché, abitualmente, è il padre per i maschi e la madre per le femmine.

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