Mercoledì 24 Aprile 2024 16:33 |
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Il 25 aprile nei tribunali umbri:
Liberiamoci dell’assurda Giustizia Ingiusta
Conta l’età per far valere i tuoi diritti genitoriali
I Genitori Separati si chiedono come si possa parlare della Festa della Liberazione quando fondamentali istituzioni dello Stato non liberano i cittadini dalla giustizia ingiusta, allontanando quei giudici che hanno trasformato la discrezionalità decisionale in discriminazione di genere contro genitori non prevalentemente collocatari (generalmente i padri). A Perugia, la giustizia ingiusta è una emergenza che i fatti, quotidianamente, evidenziano, alla luce di assurde sentenze come quella di vietare ad una bambina di sette anni di poter stare più tempo con il padre, che, a differenza della madre, le dedica affetto, tempo e competenza genitoriale, riuscendo ad interessarla alle tematiche sociali con metodi interattivi, idonei all’età e alle forti capacità intellettive della minore.
Per i giudici perugini del tribunale ordinario e della corte d’appello, un padre di settanta anni non può chiedere e pretendere nulla per sua figlia, perché, a quell’età, è vecchio ed, anzi, lo puniscono, condannandolo a pagare i 4/5 delle spese legali di controparte (€ 3.400, oltre accessori, cioè €. 4.961,01), liquidate con molta generosità nei confronti dello Stato, visto che la donna è stata ammessa al patrocinio a spese dello Stato ed è (quasi) nulla facente per professione, come dalla stessa dimostrato al tribunale.
(5.000 euro) alla controparte, ammessa al patrocinio a spese dello Stato. Non soddisfatti del probabile abuso di potere perpetrato ai danni di questo genitore, la cui moglie è magrebina, i due Collegi hanno prospettato, senza la pur minima prova, che la sua richiesta di modifica rientri in un atteggiamento culturale razzista. Che dire? Un tribunale serio non permetterebbe a tali giudici di sentenziare sui minori e sui loro genitori separati, perché fortemente lontani da una Giustizia giusta. Anche ciò contribuirebbe a festeggiare la Liberazione dalle ingiustizie.
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Venerdì 19 Aprile 2024 16:08 |
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Trascurata l’emergenza minorile in Italia
Tanti e preoccupanti sono i segnali di un malessere minorile che, se continuerà ad essere trascurato, avrà conseguenze anche drammatiche e sicuramente preoccupanti per il futuro della società italiana. Parliamo di malessere, ma anche di marcate forme di devianza che, unite alla mancata integrazione dei “figli di prima e seconda generazione”, può costituire una esplosiva miscela, con effetti di difficile contenimento.
Queste considerazioni non sono esagerate previsioni, ma solo le naturali conseguenze di un malessere minorile sottovalutato dalla società in genere e, in particolare, dalla politica e dagli affannati politologhi, dai servizi sociali, dai genitori, dalla stampa, dalla scuola, dalle forze dell’ordine (che tendono a “minimizzare” l’informazione sul disagio diffuso tra i minori) e, non ultimo, dai tribunali, che intervengono con affidi penalizzanti la figura paterna e previlegiando le consolidate proteste di movimenti di genere, che hanno fatto dei maltrattamenti sulle donne, talvolta anche quando non ci sono, come in tante denunce legate alla fine della convivenza dei genitori, la loro ragione di vita, dimenticando che ci sono maltrattamenti di genere anche quando le vittime sono i minori e/o uno dei loro genitori.
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Venerdì 19 Aprile 2024 16:03 |
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Regione Valle d’Aosta
L’assessore Marzi si difende e conferma
la propria inutilità politico-amministrativa
La nostra associazione, da circa quindici anni, si batte per una regolamentazione delle politiche sociali in Valle d’Aosta per contenere i conclamati abusi da parte del servizio pubblico che le gestisce, con la massima discriminazione di genere verso il padre, che, frequentemente, non riuscendo più a sopportare l’ingiustizia subita (da servizio sociale e tribunale), ricorre al gesto estremo del suicidio (alcune unità all’anno solo di quelle note). Un dramma per i figli di questi padri che si tolgono la vita e una vergogna immensa per chi ne è la causa diretta o indiretta e per chi, conoscendo il fenomeno, non muove un dito per impedire il “massacro” del padre nell’affido dei figli. Per porre termine a questi abusi, avevamo chiesto cose ben precise e le continuiamo a chiedere alla Regione e all’assessore Marzi, in specifico. Queste sono le nostre richieste fatte proprie elettoralmente, poi, da un partito di opposizione nelle sue interpellanze: “il Registro regionale unico dei contributi elargiti dalla Regione e dagli Enti pubblici; il Protocollo unico regionale per la concessione di contributi, elargizioni e benefici pubblici; il Regolamento o protocollo sull’attività dei servizi sociali, compresi quelli che collaborano con i Giudici per l’affido dei figli e monitoraggio obbligatorio sulla loro attività; i Corsi per genitori separati inerenti la gestione del conflitto genitoriale e l’educazione dei figli, pur non convivendo più assieme; i Corsi informativi e formativi sulle conseguenze psicologiche e sociali sui figli e sui genitori riservati agli insegnanti delle scuole inferiori e superiori; il Nuovo regolamento di accesso all’edilizia pubblica, riservando percentuali degli alloggi disponibili ai separati in difficoltà economica, anche se non collocatari dei figli; il Patrocinio a spese della Regione per i separati in difficoltà economica”.
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Questa la pec di risposta dell’assessore Manzi del 28.03.2024
“Sig. Valentini,
riscontriamo in merito a quanto da lei trasmessoci e pubblicato su un quotidiano regionale on line, i cui contenuti sul tema sono stati anche recentemente portati all’attenzione del Consiglio. È questa una modalità comunicativa che mostra come la evidente distanza tra l’associazione che lei rappresenta e la politica regionale sia presente ben prima della mia recente e breve esperienza pro-tempore in questo Assessorato.
Riscontriamo quindi alle sue sollecitazioni con spirito collaborativo, senza entrare nel merito delle accuse e dei giudizi con cui lei accomuna larga parte della politica regionale in una sorta di continua e comune indifferenza rispetto ai temi di cui l’associazione che lei rappresenta si occupa.
I suoi giudizi allargano poi il campo, imputando ai vari Dipartimenti regionali e ai servizi sociali di aver operato e di operare in modo discriminatorio, con mala gestione, discrezionalità e abuso dei servizi. Rigettiamo in toto queste affermazioni: al contrario è corretto e giusto dare atto che dipendenti, operatori sociali e collaboratori dell’Assessorato operano quotidianamente per svolgere al meglio possibile le attività dirette a sostenere le persone e alle famiglie in difficoltà, in un mondo variegato e complesso quale quello delle politiche sociali.
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Giovedì 04 Aprile 2024 16:01 |
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La violenza di genere:
quando le vittime sono i figli e il loro padre separato
La violenza di genere, dopo la Convenzione Istanbul (2011) e dopo la legge italiana n. 69 del 2019, è stata identificata con la violenza sessuale, fisica e psicologica contro la donna, mentre nella violenza di genere la donna può essere vittima, ma anche disumana artefice di una violenza fisica, psicologica, sessuale e/o istituzionale, esercitata contro qualsiasi persona o gruppo di persone, sulla base del loro orientamento sessuale, identità di genere e sesso, che ha, principalmente, un impatto negativo e talvolta tragico, sia fisico che psicologico ed economico, sulla persona della vittima.
Il femminicidio non può essere mai giustificato, ma, poiché siamo stati colpiti emozionalmente, non siamo ancora stati in grado di individuare ed analizzare le profonde e innaturali motivazioni che stanno alla base dell’insano gesto per contribuire alla sua prevenzione, poiché, questo fenomeno, può essere, quasi sempre, combattuto rimuovendone in anticipo le cause che lo provocano. Il femminicidio, comunque, non può essere identificato e tantomeno può esaurire il diffuso fenomeno della violenza di genere.
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Giovedì 04 Aprile 2024 15:55 |
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Aosta
La Lega interroga l’assessore Marzi
sulle criticità dei separati valdostani
La Lega valdostana, sempre attenta alle problematiche dei separati e dei loro figli, ha presentato all’assessore Marzi un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Manfrin e Ganis, per conoscere se l'assessore alle politiche sociali abbia preso visione delle richieste dell'associazione genitori separati e se sia intenzione, da parte dell'amministrazione, dare corso alle richieste presentate.
La discussione è avvenuta nel consiglio regionale del 21 marzo e l’assessore, di fatto, come sempre, non ha risposto.
“Preso atto delle criticità segnalate dall'Associazione Genitori Separati – scrivono i firmatari dell’o.d.g. - che, in un intervento, ha fatto richieste specifiche per migliorare la vita dei genitori separati, e più precisamente: il Registro regionale unico dei contributi elargiti dalla Regione e dagli Enti pubblici; il Protocollo unico regionale per la concessione di contributi, elargizioni e benefici pubblici; il Regolamento o protocollo sull’attività dei servizi sociali, compresi quelli che collaborano con i Giudici per l’affido dei figli e monitoraggio obbligatorio sulla loro attività; i Corsi per genitori separati inerenti la gestione del conflitto genitoriale e l’educazione dei figli, pur non convivendo più assieme; i Corsi informativi e formativi sulle conseguenze psicologiche e sociali sui figli e sui genitori riservati agli insegnanti delle scuole inferiori e superiori; il Nuovo regolamento di accesso all’edilizia pubblica, riservando percentuali degli alloggi disponibili ai separati in difficoltà economica, anche se non collocatari dei figli; il Patrocinio a spese della Regione per i separati in difficoltà economica”.
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Lunedì 25 Marzo 2024 09:41 |
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Spese straordinarie dei figli: un business materno
Le spese straordinarie alimentano e, in molti casi, ingigantiscano il conflitto genitoriale, soprattutto dopo la formulazione dei Protocolli sulle spese straordinarie, sottoscritti dal presidente del tribunale e dal locale ordine degli avvocati, con la categorica esclusione dei genitori, che, a dire dei contraenti, sono tutelati dagli avvocati. I figli appartengono ad ambedue i genitori, ma non ai giudici ed agli avvocati, in quanto i primi devono applicare la legge vigente e i secondi sono pagati (ed anche molto bene) per una prestazione professionale, cioè la difesa del genitore e dei suoi figli dinnanzi al giudice e ciò non implica la delega per sostituirli nella formulazione di un protocollo che riguarda i genitori e i loro figli.
Questi signori che amministrano le spese straordinarie ritengono i genitori (in verità, per il 92% solo il padre) soggetti passivi che devono subire quanto impone il protocollo formulato sulla convergenza tra giudici e avvocati, senza minimamente tener conto degli inalienabili diritti dei genitori, che, anche in presenza di affido condiviso, devono autorizzare tutte le spese straordinarie dei propri figli con i relativi costi, poiché le parcelle variano da professionista a professionista, la stragrande maggioranza delle spese sanitarie sono fornite dal S.S.N. e i costi degli apparecchi o altro variano da negozio a negozio anche per l’identico oggetto. La discrezionalità del genitore collocatario - per il 92% la madre - non è affatto garanzia di oggettività della spesa straordinaria.
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Venerdì 15 Marzo 2024 18:57 |
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Festa del papa o fine del patriarcato?
Il tempo passa ma i preconcetti sulla figura del papà tendono a rafforzarsi in nome di un matriarcato imperante, nella indifferenza, più o meno generalizzata, che vede solo la violenza sulle donne e volutamente tace sulla violenza di genere: quando l’uomo è la vittima. C’è una tremenda disparità di trattamento da parte dell’informazione, dei politici e della società sulle violenze subite dai genitori separati da parte della madre dei loro figli. Le associazioni dei separati non hanno la volontà o il coraggio o meglio la forza di imporre, unitamente, una riflessione sulla violenza che l’uomo-padre quotidianamente subisce dalla donna-madre e che, per rispetto dei figli, non denuncia nemmeno quando spesso deve sottoporsi alle cure dei sanitari.
Il papà è la figura centrale nella formazione della personalità dei figli ma le associazioni di genere, con ogni mezzo, cercano di ridicolizzare il suo ruolo di genitore, mettendolo al margine della vita dei figli. I tribunali sono i grandi responsabili delle discriminazioni genitoriali nell’affido dei figli, del dilagare delle baby-gang formate prevalentemente dai figli di separati, della estromissione del padre dalla loro vita e, corresponsabili, delle tantissime morti – suicidi - di genitori di cui tutti tacciono con ipocrite motivazioni. Ogni anno numerosi padri che non gli è permesso di fare il genitore e ridotti in un umiliante stato di povertà, si tolgono la vita con il suicidio o con inspiegabili incidenti (non solo stradali) per non lasciare ai figli un ulteriore cattivo ricordo della loro fugace presenza.
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Giovedì 14 Marzo 2024 19:54 |
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Tribunale di Aosta
Difesa dei minori o degli interessi materni?
La difesa dei minori, al tribunale di Aosta, non sempre coincide con la difesa gratuita della madre e il padre viene mazzolato con troppa e illogica facilità. Esagerato? Giudicate voi lettori su quello che accade ai valdostani, non dimenticando che per la Giustizia ingiusta di quel tribunale proprio davanti a quell’edificio si è dato fuoco il primo padre suicida. E non era un pazzo.
Un padre aostano, con grosse difficoltà economiche durante il periodo della pandemia per mancanza del lavoro, non paga il mantenimento dei figli (di cui uno maggiorenne e, con lavori saltuari, poteva considerarsi autosufficiente) perché la madre, che beneficia della casa coniugale, lasciava i figli da soli a casa senza i pasti e senza la merenda, affidando la custodia di una ragazza disabile alla sorellina di pochi anni. Il padre, da loro sollecitato con telefonate a portargli qualcosa da mangiare perché avevano fame e non avevano nulla in casa, andava subito a comprare loro la merenda e settimanalmente, per evitare il verificarsi di queste situazioni, faceva loro la spesa e la consegnava alla madre. La signora che dedicava il suo tempo libero dal lavoro a nero a chattare e cercare nuove conoscenze che poi incontrava nel pomeriggio fuori casa, lasciando i figli a casa da soli incurante del loro bisogno alimentare.
La madre lasciava una figlia diversamente abile alla sorellina di appena otto anni per molte ore, essendo il fratello al lavoro, ed utilizzava la pensione concessa alla figlia non per acquistare abbigliamento e vitto per la figlia inabile e per gli altri figli ma per sé. Al padre, le due figlie, chiedevano anche capi di abbigliamento indispensabili ed indumenti intimi che sistematicamente venivano persi, forse per non lavarli. Dinnanzi all’indebito uso della pensione della figlia maggiorenne, il padre fa versare la pensione direttamente alla stessa in modo che la somma resti a lei vincolata e la madre non possa distrarla per le sue esigenze.
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