Lunedì 08 Luglio 2024 08:43 |
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Ascoli Piceno
Quando le forze dell’ordine sono di parte
Un padre di due bambini piccoli, riconsegnava alla madre collocataria i figli, portandoli a scuola (nido e asilo) alle ore 7.30/7.40, per, poi, recarsi al lavoro (a 30 km) per le ore 8. Con la chiusura dell’asilo per il più grande, il padre comunica (a mezzo pec, tramite il legale) alla moglie e al suo legale che riporterà i figli a casa materna alle ore 7.30 per essere puntuale al lavoro e assolvere ai suoi impegni professionali presso una struttura che a quell’ora inizia la propria attività con il pubblico, avvertendo che non lascerà i figli a sconosciuti e che, se la madre non sarà in casa, riporterà il figlio più grande a casa sua. Al lavoro non può chiedere deroghe orarie, essendo un periodo di ferie del personale. Quando la scuola è chiusa, salvo diverse disposizioni del giudice, per tutti i genitori si osservano gli stessi orari del periodo scolastico.
Ma, per la madre dei due bambini, non è così, perché lei vuole che il padre, addirittura, li riporti alle ore 9 del mattino e, se non può, pretende che sia lui a chiedere il cambiamento dell’orario di lavoro o che paghi una baby-sitter per la fascia oraria 7.30-9. La madre, per i due minori di due e cinque anni, prende oltre 500 euro al mese per l’assegno di mantenimento versato dal padre e altrettanto per il 100% dell’assegno unico universale, cioè oltre €. 1.000 al mese.
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Giovedì 04 Luglio 2024 15:50 |
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Aosta
Non accettiamo i veti di alcuni partiti perché
stiamo, sempre, con i minori e con i separati
Da ventisette anni assistiamo i minori loro malgrado coinvolti nelle separazioni dei genitori e il genitore, notoriamente, di fatto estromesso dalla vita dei propri figli per un assurdo connubio tra le istituzioni che dovrebbero tutelarli e per la cronica assenza della quasi totalità del mondo partitico valdostano che volutamente ignora questi perpetuati e quotidiani abusi sui minori e sul loro padre, causa, in Vda, anche di tanti suicidi dei padri impotenti e offesi dalla giustizia ingiusta. Problemi mai affrontati perché le forze politiche non vogliono dispiacere al tribunale e non voglio mettere mano ad una seria e vincolante regolamentazione dei servizi sociali, tollerando sperpero di danaro pubblico con il finanziamento di strutture sociali e incarichi a professionisti che tali, in concreto, poi potrebbero risultare non esserlo.
Nessuno funzionario del settore famiglia, salute, sanità e politiche sociali, come invece sarebbe suo dovere istituzionale, effettua controlli sull’operato della struttura dei servizi sociali e dell’Asl che si occupa dei minori tramite evitando, come prassi, che controllori e controllati siano sempre le stesse persone. Il monitoraggio dei servizi è un dovere e non un optional a discrezioni degli amministratori regionali e degli enti locali.
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Giovedì 04 Luglio 2024 15:44 |
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Il Protocollo per le spese straordinarie:
discriminazioni e i diritti dei padri negati
Il protocollo per la gestione delle spese straordinarie dei figli con genitori non più conviventi, formulato, quasi di nascosto tra magistrati e avvocati del foro locale con la netta esclusione dei genitori, cioè degli unici veri interessati, si sta rivelando sempre più come una furbata dei giudici e degli avvocati.
A loro dire, avrebbe dovuto fornire uno strumento per garantire equità nella determinazione delle spese straordinarie e ridurre la conflittualità tra i genitori, ma non è stato così, perché un protocollo non può escludere i genitori, i diretti interessati, non può arbitrariamente inserire tra le spese eccezionali, come sono le spese straordinarie, le spese ordinarie che sono coperte dall’assegno di mantenimento. Un esempio: la mensa è una spesa ordinaria, perché l’assegno versato copre anche i pasti e il genitore non prevalentemente collocatario non può farsi carico, per la seconda volta, degli alimenti dei figli.
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Lunedì 24 Giugno 2024 15:49 |
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Lunedì 24 Giugno 2024 11:41 |
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Separazioni: centralità delle problematiche minorili
di Ubaldo Valentini
Le problematiche psico-sociali dei figli dei separati devono avere il dovuto spazio nelle problematiche socio-politiche e culturali della società italiana e soprattutto in una regione che da sempre si è distinta per avere la percentuale più alta di genitori non conviventi e dove sono tangibili i fenomeni della devianza giovanile, l’abbandono scolastico e il suicidio di un genitore (il padre) dinnanzi a difficoltà ritenute insormontabili nella gestione della separazione e al diniego dei diritti paterni per colpa di un affido dei figli sempre umiliante il padre e volutamente sbilanciato verso gli interessi economici materni.
In Italia il 94% dei figli al termine della convivenza dei genitori sono affidati/collocati alla madre che li gestisce a suo piacimento e discrezione, poiché la collocazione prevalente presso di lei, in concreto, corrisponde all’affido esclusivo poiché quando vengono denunciati i suoi abusi sui figli, il padre viene quasi sempre dissuaso dal farlo dalle forze dell’ordine (e pure dal proprio legale) in nome di una farisaica prospettiva che le cose cambieranno se non ci sarà la guerra dei diritti, come se l’essere genitore non sia un diritto naturale e non una concessione della controparte e delle istituzioni.
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Lunedì 24 Giugno 2024 11:34 |
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Le variegate e indelebili violenze sui minori
Quando si parla di violenza sui minori si pensa subito alle violenze sessuali e a quelle fisiche, i c.d. maltrattamenti, che possono avvenire nel contesto familiare, scolastico e in quello amicale e del tempo libero. La violenza familiare è difficile da individuare per il clima di omertà che circonda i componenti del nucleo e per il timore nei minori, spesso giustificato, che la denuncia possa rendere ancora più pesante la propria condizione esistenziale per le inevitabili conseguenze punitive che una siffatta denuncia provocherebbe nei responsabili di tali gesti.
Assoluta l’omertà sulla violenza sessuale che vede i minori vittime di abusi di cui, purtroppo, troppo spesso nemmeno la famiglia sospetta a causa delle relazioni interne rese labili dalla scarsa e significativa compresenza partecipata alla vita del nucleo familiare e dal mancato dialogo genitori-figli e dalla scarsa propensione dei minori ad aprirsi con i fratelli e le sorelle. Una certa rilevanza ha pure la scarsa predisposizione e/o educazione dell’adulto a considerare il minore come una persona con tutti i suoi diritti e con tutte le sue esigenze che vanno rispettate, sempre, altrimenti si genera in lui un profondo senso di sfiducia nel proprio contesto abituale e preferisce, senza alcun controllo, il ricorso agli amici, talvolta anche loro molto problematici verso il mondo che li circonda. Si crea, in questo caso, una situazione pericolosa e deviante di cui oggi poco si parla e sulla cui origine quasi mai si effettuano valutazioni scientifiche approfondite. La incapacità di rapportarsi in modo corretto con i figli e i minori in genere è un vero e proprio problema sociale a cui devono dare una risposta anche le strutture preposta alla tutela dei minori e al controllo delle capacità genitoriali.
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Venerdì 07 Giugno 2024 10:13 |
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I minori: con rispetto e senza pregiudizi
Con il pregiudizio non si garantisce la tutela dei minori nei vasti e complessi procedimenti legati al loro affido, dopo la fine della convivenza dei genitori, perché, senza la certezza delle pari-opportunità genitoriali, non ci può essere la bigenitorialità e la cogenitorialità da tutti invocata, ma, con altrettanta fermezza, ignorata anche da parte di chi dovrebbe imporla. Se, poi, tra i figli ed i loro genitori, subentrano le istituzioni con la pretesa di gestire la conflittualità genitoriale - ricorrendo a prassi del tutto discriminatorie nei confronti del padre, così come da decenni vanno predicando associazioni di genere e la miriadi di centri antiviolenza, che, di fatto, sponsorizzati dai sevizi sociali - finiscono per imporre tesi quasi mai supportate da riscontri oggettivi e senza, quasi mai, porsi il problema del fatto che scelte inique sono fuorvianti per l’equilibrio psico-fisico subite dai minori con l’allontanamento forzato della figura paterna e sono la fonte della loro mancata fiducia nelle istituzioni e, di conseguenza, sono la reale causa della scelta della illegalità come evasione e come ribellione ai comportamenti a cui sono sottoposti, che sono ritenuti da loro inaccettabili.
Ascoltiamo i minori e ci renderemo subito conto che la via intrapresa da decenni (triangolazione tribunale, servizio sociale e il mondo delle cooperative sciali) non avrà gli sperati successi, perché c’è un totale scollegamento tra minori e i loro genitori, servizi psico-sociali del territorio, i centri antiviolenza, che sono finiti per essere la fonte di discordia e manipolatori di consensi, troppo spesso, minorili per assistere persone che sono fonte di contributi pubblici in base alle campagne pubblicitarie di volta in volta programmate.
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Venerdì 31 Maggio 2024 17:57 |
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Centri estivi sì, ma dopo le ferie con i genitori
Con la sospensione dell’attività scolastica, nel periodo estivo si pone, puntualmente, il problema del sostegno alle famiglie impegnate nelle attività lavorative, soprattutto quando i genitori non possono contare sull’aiuto dei nonni o di altri familiari. I centri estivi sono la soluzione più gettonata perché è una attività a carattere educativo, ludico-aggregativo, rivolta ai minori dai 3 ai 14 anni e, in alcuni centri, protratta anche fino a 17 e sono gestiti dagli enti locali, dalle c.d. cooperative sociali, emanazione, sovente, della politica, dalle parrocchie e, in alcuni casi, dalle stesse scuole, con la collaborazione dei genitori. La durata del singolo ciclo è di due settimane, esclusa la domenica; il periodo va dalla chiusura della scuola fino all’inizio di agosto e i costi, compreso il pranzo, variano da gestore a gestore e l’ente pubblico chiede l’Isee per calcolare la retta da pagare all’atto dell’iscrizione al centro. In alcuni casi di criticità economica della famiglia, con sempre maggior frequenza, l’ente locale crea uno specifico fondo per pagare la quota di iscrizione, in parte o totalmente, e, se uno si assenta per più giorni consecutivi, gli organizzatori rimborsano, in proporzione, i giorni di assenza.
Questa risorsa socio-educativa, perché tale è se gestita con professionalità da animatori competenti e con il reale controllo dell’ente organizzatore, integra la socializzazione dei minori, ampliando la sfera delle loro relazioni amicali e permette loro di stare a contatto con l’ambiente e svolgere attività ludico-culturali che difficilmente troverebbero spazio nella programmazione scolastica annuale.
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