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Venerdì 29 Marzo 2019 16:34

Valle d’Aosta: Regione speciale


La Giunta regionale nomina i coordinatori

con una procedura del tutto anomala?


La Regione, in data 22 c.m., con la delibera di giunta n. 371, ha deliberato il “Conferimento di incarichi dirigenziali di primo livello dell’amministrazione regionale a dirigenti appartenenti alla qualifica unica dirigenziale, a far data dal 1° aprile 2019. Attribuzione del relativo trattamento economico”, cioè sono stati dichiarati disponibili tutti i posti di primo livello per il coordinamento dei dipartimenti riportati in atti, incaricando per la copertura degli stessi i dirigenti in possesso della qualifica unica, per la dichiarazione di interesse manifestata dagli stessi.

Tali nomine, a nostro modesto parere, non sono regolari perché la qualifica unica, come per legge, va conferita in modo stabile a seguito di una procedura concorsale e nella delibera non si specifica che i predetti dirigenti incaricati risultino legittimati ai fini dello sviluppo della carriera e della funzione in ragione dei concorsi per qualifica ricoperta e da ricoprire.

Fra i nominati ci sono dirigenti che andranno in pensione fra qualche mese e tali promozioni, per legge, non sono ammesse proprio perché sarebbe un indebito premio a fine carriera per un maggior consistente trattamento di fine rapporto di lavoro (di svariate decine di migliaia di euro in più) e di un consistente incremento della pensione (raggiungendo, così, oltre diecimila euro al mese).

E’ un atto che comporta una elevata spesa pubblica (con ricadute anche negli anni futuri) regionale e nazionale a scapito dell’erogazione di servizi ai cittadini valdostani.

 

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Martedì 19 Marzo 2019 12:47

Festa del papà, ma solo per pochi!


Oggi è il giorno in cui la società ipocrita prende in giro i figli, i nipoti, i minori.  Oggi ricorre il giorno di S. Giuseppe, il grande padre putativo di Gesù che presentò all’umanità, come suo, il figlio dello Spirito Santo.

S. Giuseppe, protettore dei papà, proteggi tutti i padri del mondo.

Proteggili dalle madri cattive che impediscono ai figli di vivere con i propri padri, ma soprattutto proteggili dalle cattiverie di operatori dei servizi sociali e di giudici dei tribunali italiani che con tanto ardore si affannano a discriminarli nelle separazioni. Buon compleanno anche ai loro padri.

A tutti i padri separati va invece il mio pensiero. Che almeno oggi possiate fare nel segreto dell’animo la festa a tutti questi personaggi. (un papà, oggi nonno)

***

Nella sinteticità dei concetti, questo padre e nonno ha detto tutto e lo ha detto con l’ironia di chi non resta indifferente dinnanzi ai quotidiani maltrattamenti subiti da tanti papà che lottano contro l’arroganza delle istituzioni che vorrebbero annientare la loro genitorialità siano essi tribunali, servizi sociali, società di genere e forze politiche che, invece di pretendere la giusta e piena applicazione dell’affido condiviso approvato nel 2006 ma solo raramente applicato nelle sentenze, cercano di creare ulteriori impedimenti all’esercizio della paternità in nome di una costosa mediazione familiare e di una fantasiosa figura del coordinatore familiare, anch’esso a pagamento da parte dei genitori non più conviventi e in conflitto tra loro, riducendo di fatto il diritto alla separazione e al rispetto della co-genitorialità.

E il business sui minori continua indisturbato. Il mantenimento diretto dei figli e l’affido condiviso paritetico erano contenuti già nella l. 54/2006 ma solo raramente tali principi vengono rispettati dai giudici, come ha evidenziato il tribunale di Brindisi con le sue “Linee guida” che oggi, lentamente, vengono applicate in un numero crescente di tribunali.

Noi, come associazione di genitori separati (e non padri separati, come alcuni vorrebbero etichettarci) da ventidue anni lottiamo, in tutta Italia, per l’affermazione del principio della co-genitorialità, consapevoli che la bigenitorialità è un innegabile diritto naturale e non una conquista di qualche “avventuriero” che, in concreto, non aiuta i genitori a tutelare i propri figli ma che, invece, si preoccupa principalmente di tutelare avvocati, psicologi, servizi sociali e tutto il mondo delle cooperative sociali che vi gravita attorno con i soldi dei cittadini.

Applichiamo il diritto familiare esistente e lasciamo perdere disegni di legge propagandistici, fortemente ideologici ed espressione di integralismi socio-religiosi che, per fortuna, non ci appartengono più, i quali vorrebbero ulteriormente ghettizzare i padri e condannare i genitori a rinunciare alla separazione per gli alti costi che essa comporta e che, loro, non potrebbero sostenere. Certe recenti proposte di legge hanno avuto l’effetto di ricompattare il mondo femminile, le associazioni di genere e i centri antiviolenza che rimpiangono l’epoca del matriarcato e che coprono le frequenti violenze che gli uomini subiscono nell’ambito familiare e le diffuse e palpabili discriminazioni genitoriali dopo la fine della convivenza. Nasce il sospetto che, tutto sommato, pseudo riformatori e politicanti di genere e le organizzazioni di genere convergano volutamente sulle stesse finalità.

I padri, però, devono far valere i propri diritti genitoriali sia nelle aule dei tribunali che nella società, pretendendo (da giudici, servizi sociali e avvocati) il rispetto del diritto italiano che deve essere applicato, e non interpretato con pseudo teorie psicologiche improvvisate, poiché “la legge è uguali per tutti” è scritto nelle aule di giustizia dove vengono decretati il destino dei figli con genitori non conviventi e la sorte del malcapitato genitore estromesso, in concreto, dalla loro vita. E’ ora che i padri dicano basta al business che da decenni circonda le separazioni e alle associazioni – a migliaia e che quotidianamente sorgono come funghi – che a parole affermano di tutelare gli interessi dei minori e dei loro genitori, mentre in concreto tutelano prevalentemente altro: avvocati, psicologi, cooperative sociali e scaltri personaggi politici.

Festa del papà? No, festa dell’ipocrisia che, nell’indifferenza di molti e nell’impotenza di tanti, offende principalmente i figli dei separati! Ubaldo Valentini

 
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Lunedì 18 Marzo 2019 18:51

Ad AOSTA

INCONTRI  PUBBLICI

richiesti dai separati della VDA per essere informati sui diritti dei genitori e dei figli

Avv. Francesco Valentini

Parliamo di diritto di Famiglia: Spese ordinarie e spese straordinarie

Mercoledì 20 Marzo 2019 ore 20.30

AOSTA, CSV, Via Xavier de Maistre, n. 19

 

Gli incontri, monotematici, proseguiranno per tutto il 2019. Segue dibattito -

Partecipazione libera e gratuita. (Informazioni al 347.6504095)


 
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Lunedì 18 Marzo 2019 18:29

­­­Aosta: partecipato dibattito


L’operato del Tribunale contestato dai separati


Vivace e partecipato il pubblico incontro, introdotto dall’avv. Gerardo Spira, tenuto ad Aosta il 12 su Separazioni in Aosta: Parliamo di GIUSTIZIA senza peli sulla lingua”. I

Il relatore, partendo dall’art.30 della Costituzione che pone a fondamento della famiglia la centralità dei figli e l’uguaglianza dei diritti e doveri dei genitori verso di loro (diritti e doveri che permangono anche dopo la fine della convivenza), ha ripercorso l’evolversi del diritto di famiglia e della relativa giurisprudenza e dottrina fino alla legge n. 54/2006 e alle recenti Linee guida di Brindisi per una corretta applicazione del Condiviso.

La mancata applicazione della parità genitoriale nell’affido dei figli da parte dei tribunali che, invece di decidere in proprio - come loro dovere e come più volte ci ricorda la Corte europea sui diritti degli uomini (Cedu) - si limitano, troppo spesso, a trascrivere le conclusioni discrezionali dei servizi sociali incaricati di riferire su minori e sui loro genitori. E’ dovere dei politici degli enti locali, ha sottolineato l’avvocato Spira, regolamentare in modo vincolante l’attività dei servizi sociali in presenza di minori con genitori in fase di separazione.

La mancata applicazione delle pari opportunità genitoriali penalizza il “superiore interesse del minore” e il genitore non collocatario ed è causa della radicalizzazione di una conflittualità che spesso è conseguenziale della fine della relazione e che, ad Aosta, sfocia in tragedie. Compito della Giustizia è quello di garantire ai due genitori pari opportunità genitoriale, vigilare che il preminente interesse del minore sia tutelato e che le disposizioni di affido vengano rispettate. In caso contrario, come ci ricorda il diritto, si modificano le condizioni di affido e si sanziona il genitore che non le rispetta.

Ad Aosta la Giustizia, con troppa facilità, non può e non deve essere a senso unico e le separazioni non possono muoversi in un percorso tortuoso e difficile per i genitori, quasi sempre impossibile per i padri. Non si applica, come invece sta avvenendo in tanti tribunali, l’affido condiviso paritetico o alternato, con il mantenimento diretto dei figli e senza l’assegnazione della casa familiare, più rispondente ai principi di uguaglianza dei diritti e dei doveri.

La condizione della madre, resiste alle verifiche fiscali, da cui, comincia a venire fuori tanto sommerso di lavoro a nero, dichiarazioni falsificate, un mondo in cui finanziamenti e contributi pubblici per i figli in situazioni di separazioni privilegiano situazioni che, chissà perché, restano escluse dai controlli e al padre si vieta perfino di conoscere le entità di soldi pubblici esborsati al genitore collocatario per i figli. Il tenore di vita economica è preso in considerazione dalle istituzioni solo per la donna, senza tener conto di quanto sfugge e si disperde nei meandri del sistema. I figli sono carico non solo dell’uomo, ma anche della donna, che, stranamente, risulta quasi sempre povera e bisognosa. In tale sistema trova facile accesso l’istituto del gratuito patrocinio.

Talvolta si ha la sensazione che al tribunale non interessi condizione di vita del padre, le sue difficoltà di lavoro, anzi, se non paga immediatamente si attivano con solerzia azioni penali per mandarlo in galera o costringerlo a pagare somme impossibili.

Ad Aosta non si parla di Pas, di spese straordinarie da concordare preventivamente, pena la nullità del rimborso. I ricorsi di modifica delle condizioni economiche vanno seriamente valutate e il superiore interesse dei minori va tutelato nel rispetto del principio che entrambi i genitori sono uguali per la legge.

“Il cittadino - ha concluso l’avv. Spira - ha diritto a pretendere che il motto ‘la legge è uguale per tutti’ venga rispettato senza ideologie e prevenzioni di genere”.

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Venerdì 08 Marzo 2019 17:28

 
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Mercoledì 06 Marzo 2019 18:30

Regione Umbria


La mozione sulla regolamentazione dei servizi sociali

approvata all’unanimità dal consiglio regionale


Apprendiamo, con soddisfazione, che L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal consigliere Sergio De Vincenzi (gruppo misto-Umbria next) che impegna la Giunta regionale a emanare Linee Guida riguardanti le attività amministrative dei servizi sociali in materia di minori coinvolti in casi di separazione o divorzio dei genitori.

L’impegno della nostra “Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori”, che da circa quattro anni si batte per l’approvazione da parte degli enti locali italiani di uno specifico Regolamento per disciplinare l’attività dei servizi sociali, predisposto dall’avv. Gerardo Spira, vede, così, il risultato di una iniziativa che, in controtendenza dalla consolidata prassi finora tenuta dalla burocrazia, per affronto politico, interviene in una materia che ha visto assente la funzione pubblica, abituata ad esprimersi e decidere secondo una prassi discrezionale, consolidata per lungo tempo.

L’associazione, l’unica in Italia, supportata dalla legge, dimenticata da troppo tempo, ha ripescato il bandolo di un filo che imponeva già dal 1990, alla P.A di intervenire nelle attività dei servizi sociali nella materia dei minori coinvolti in casi di separazione o divorzio dei genitori. Dunque il grave problema sociale viene rimesso in un primo corretto e trasparente percorso della fase della separazione, perché i genitori vivano l’evento senza la paura dell’isolamento ed abbandono della società, ma in un clima di incontri partecipati, trasparenti e soprattutto nel rispetto degli interessi superiori dei figli. Le regole, sempre e per tutti, sono la sicura garanzia per il rispetto dei diritti delle parti in conflitto.

L’Associazione, continuerà a promuovere il Regolamento, già depositato presso la Regione Umbria e diffuso anche in altre realtà d’Italia. Confidiamo che le Linee guida vengano redatte con carattere di forza giuridica, secondo il percorso tracciato dalla legge 241/90, proposto nella mozione presentata dal consigliere De Vincenzi, che, assieme agli altri consiglieri, vivamente ringraziamo per aver accolto la richiesta dei numerosi separati, tramite noi sollecitata. Finalmente si comincia a comprendere che i problemi della famiglia e dei minori non hanno un colore politico.

Va al Consiglio tutto il nostro attestato di riconoscimento nella speranza che il prossimo passaggio si traduca in atti e provvedimenti di forza legale per la successiva fase giudiziale. Fin da ora manifestiamo la nostra disponibilità a mettere a disposizione dell’ente regionale e dei comuni tutta la nostra esperienza professionale in materia.

L’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori continua il suo impegno perché la regolamentazione nella materia della famiglia, contribuisca ad eliminare gli ostacoli che ancora vengono frapposti al normale rapporto cittadino-Pubblica amministrazione.

 
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Mercoledì 06 Marzo 2019 18:24

 

Dibattito pubblico


Separazioni in Aosta

Parliamo di GIUSTIZIA senza peli sulla lingua

 

Martedì 12 marzo alle ore 20.30, si terrà ad Aosta, Sala dell’Hôtel des Etats piazza Chanoux 1 (palazzo comunale), INCONTRO PUBBLICO, aperto a tutti, con l’avv. GERARDO SPIRA, esperto di pubblica amministrazione e diritto minorile, su “Separazioni in Aosta: Parliamo di GIUSTIZIA senza peli sulla lingua” -

Parliamo, senza peli sulla lingua, con i separati e la società valdostana per ricordare che la Giustizia non può e non deve essere a senso unico. La Magistratura, il Csm e il Ministero della Giustizia sono a conoscenza che le separazioni nella valle d’Aosta si muovono in un percorso tortuoso e difficile per i genitori, quasi sempre impossibile per i padri. E’ divenuta una chimera l’affido condiviso paritetico o alternato, con il mantenimento diretto dei figli e senza l’assegnazione della casa familiare, mentre in altri Tribunali, finalmente a partire da Brindisi, si fa strada una cultura più rispondente ai principi di uguaglianza dei diritti e dei doveri. La condizione della donna madre, resiste alle verifiche fiscali, da cui, comincia a venire fuori tanto sommerso di lavoro a nero, dichiarazioni falsificate, un mondo in cui finanziamenti e contributi pubblici privilegiano situazioni che, chissà perché, restano escluse dai controlli. Sistema che permette al marito perseguitato di finire “sotto i ponti” e alla donna, sempre garantita di vivere una condizione economica agiata come prima, alla faccia dell’ex e della collettività che lo permette. Il tenore di vita economica è preso in considerazione dalle istituzioni solo per la donna, senza tener conto di quanto sfugge e si disperde nei meandri del sistema. I figli sono carico non solo dell’uomo, ma anche della donna, che, stranamente, risulta quasi sempre povera e bisognosa. In tale sistema trova facile accesso l’istituto del gratuito patrocinio. E così con i soldi pubblici diventa agevole attivare la separazione, le cui spese, per il facile accesso al gratuito patrocinio, cadono a carico di “pantalone”. Si salvaguarda il benessere della famiglia, ma non si va a verificare come vive il marito. Non interessa alle istituzioni la sua condizione, anzi, la situazione diventa occasione per attivare azioni monitorie, con minaccia di pignoramento o sequestro di beni, fino ad attivare azioni penali per mandare in galera il padre dei figli.

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Mercoledì 27 Febbraio 2019 11:57

Riflessione su una sentenza del tribunale di Aosta


La legge per tutti. La giustizia solo per qualcuno


Avv. Gerardo Spira*

In questa rubrica abbiamo trattato l’argomento spinoso del valore delle sentenze della Suprema Corte di cassazione in correlazione con quello della legge. E, non a caso, nel momento in cui si fa sempre più stringente l’ansia del cittadino per capire come la giustizia si muove nel mondo legislativo. Imparzialità, giusto processo, ragionamento logico giuridico sono il bagaglio per capire se il Giudice ha seguito un percorso in armonia con la legge e con una coerente giurisprudenza. Quando si sentono campanelli stonati, vuol dire che qualcosa non ha funzionato. E giù le critiche degli avvocati sotto il portone del tribunale alla presenza dei clienti, negli studi e durante i fugaci incontri, in bar o in una mensa. In questo clima nasce e si sviluppa il “bubbone contro” la Giustizia e le istituzioni.

Noi preferiamo manifestare liberamente il nostro pensiero sulla pagina del sito, armati di paziente volontà di ricerca nell’animo umano e nel vasto mondo del diritto. Lo facciamo, in modo trasparente, sapendo di incontrare condivisione, ma anche di suscitare perplessità e reazioni. Può anche accadere che la sensibilità umana, specialmente nella materia delle separazioni, divorzi e affidamento dei figli, possa influenzare la ragione del diritto e porti il cuore, più che la mente, a decidere in modo difficilmente accettabile. Ma ciò ricade nella responsabilità culturale di chi opera e decide in nome dei cittadini e del popolo italiano.

Quando cresce l’ingiustizia, cresce anche la sfiducia!

Veniamo al caso. Aosta Tribunale Ordinario. Sentenza n. 21/2019 – pubblicata il 14 gennaio 2019. Il Tribunale – nella causa civile di 1° grado iscritta al n. R.G. 989/2017 – promossa dal sig. X contro la sig.ra Y, nel procedimento di cognizione instaurato per opposizione a decreto ingiuntivo, ha così deciso.

Fatti: Dopo 9 anni dalla separazione definita anche con il divorzio la Sig.ra Y attiva la procedura monitoria contro il marito, con la richiesta del decreto ingiuntivo per spese straordinarie maturate dal 2009 al 2017, per un importo di euro 18.152,38, oltre interessi, e oltre ad euro 4.835,00 per spese di giudizio. Il sig. X con atto di citazione si oppone e si apre il procedimento ordinario che si conclude il 14 gennaio 2019. Il Giudice adito condanna l’ex marito: a pagare il complessivo importo di euro 17.737,98, oltre interessi sull’importo di euro 13.949,74, nonché alle spese di giudizio, sempre in favore della sig.ra Y di euro 4.835,00.

Nella sentenza sono riportate le ragioni delle parti, così riassunte

Il sig. X, nell’impugnare il decreto, ha eccepito la inammissibilità del procedimento monitorio, perché le spese straordinarie non gli erano state preventivamente comunicate, né erano state concordate e né tempestivamente comunicate e documentate, come stabilito nei provvedimenti di separazione e di divorzio. Ha eccepito, inoltre, la invalidità delle stesse ai fini del titolo per l’emissione del decreto ingiuntivo, perché non regolari. Lo stesso ha poi eccepito l’intervenuta prescrizione quinquennale. Ha chiesto quindi la revoca del Decreto.

La sig.ra Y ha assunto di aver informato l’ex marito attraverso i figli (parliamo di minori) o per via orale o in forma scritta e ha rilevato che alle presunte richieste non è stata fatta alcuna opposizione.

Dopo aver tentato la conciliazione ed aver rigettata la provvisoria esecuzione dell’ingiunzione opposta, il giudice, ritenute superflue ed inammissibili le prove orali, ha invitato le parti a precisare le conclusioni. (Procedimento breve e veloce)

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