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Giovedì 10 Aprile 2025 17:34

­VALLE AOSTA


Antonio Sonatore: il dramma di un padre disperato


Il 7 aprile è stato celebrato il 29° anniversario di quel lontano giorno di Pasqua del 1996 in cui un padre, che, da tempo, protestava contro la giustizia ingiusta, che non gli permetteva di vedere e stare con la sua adorata figlia, si è tolto la vita. Alla vigilia della festa cristiana, aveva salito le scale del tribunale per chiedere direttamente al presidente il diritto di poter vedere la figlia, nel giorno della festa cristiana, dato che gli era stata “tolta” la (allora) potestà genitoriale. Il presidente, che non si è rifiutato di parlare con lui, prima di accogliere la sua richiesta, dovrebbe aver telefonato, in sua presenza, alla madre della minore, chiedendole, presumibilmente, se poteva permettere l’incontro padre e figlia. La stessa dovrebbe aver risposto, in maniera presumibilmente negativa. Quindi, è crollata, per questo padre disperato, anche questa ultima sua illusione. Di conseguenza, ha ripreso a manifestare contro i dinieghi che non gli permettevano di stare con sua figlia in modo significativo, sia in piazza del comune che dinnanzi al tribunale, rispondendo con garbo, come sempre, anche a coloro che gli chiedevano le motivazioni della sua clamorosa protesta.

Ancora oggi alcuni cittadini continuano a chiedersi le ragioni per cui non venne accolta dalle autorità giudiziarie la sua richiesta di vedere la figlia, le ragioni della sua fuga con la figlia in Francia, il conseguente carcere e le ragioni delle denunce per stalking (poiché telefonava continuamente alla moglie per chiederle di fargli vedere la bambina). Non entriamo in merito alle scelte fatte dai vari giudici, ma diciamo solo che la legge dovrebbe essere applica nello stesso modo – sempre – per tutti. La giustizia ha seguito la sua via, che, allora come oggi, non sempre risulta essere rispettosa dei sentimenti di ambedue i genitori e del superiore interesse dei minori, che, comunque, non possono essere oggetto di vendette e di punizioni verso un genitore.

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Lunedì 07 Aprile 2025 15:58

Collegamenteo per la diretta

https://fb.watch/yPMcMRkf1Y/

 
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Venerdì 04 Aprile 2025 08:55

AOSTA

 

La tutela dei minori nella separazione


Da queste pagine, alcune settimane fa, avevamo invitato le forze politiche valdostane ad inserire nei loro programmi politici, per il rinnovo del consiglio regionale, la problematica dei genitori separati, alcune delle quali le suggerivamo: le devianze giovanili, l’affido paritario dei figli, il regolamento per i servizi sociali, il Registro regionale dei contributi e benefici elargiti ai cittadini, protocollo per l’assegnazione dei contributi e delle agevolazioni fiscali, la riforma del regolamento per la stesura della graduatoria degli aspiranti all’edilizia popolare, la video-registrazione di tutti gli incontri tra il servizio sociale, i genitori dei minori e i minori stessi, predisponendo, a tal fine, sale per gli incontri tra operatori sociali e minori con la partecipazione riservata dei genitori e dei loro legali, l’organizzazione di dibattiti pubblici da parte delle istituzioni politiche sulle tematiche del disagio giovanile e sul funzionamento delle istituzioni preposte alla tutela dei minori.

L’associazione ha dato la propria disponibilità a tutti, senza alcuna preclusione e, se invitati, di partecipare con i nostri relatori agli incontri e/o dibattiti, organizzati dai singoli partiti, in vista del rinnovo del consiglio regionale sulle tematiche relative al vasto e critico mondo delle separazioni in Vda.

La Lega valdostana, che, in regione, è stato l’unico partito attento alle problematiche dei minori e dei loro genitori, ha organizzato, per lunedì 7 (in ricordo del giorno di Pasqua del 1996, in cui l’insegnante Antonio Sonatore si è dato fuoco dinnanzi al tribunale), un convegno serale dal titolo “La tutela dei minori nella separazione”, invitandoci a partecipare con una nostra autonoma relazione sull’affido congiunto paritetico.

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Venerdì 04 Aprile 2025 08:51

AOSTA

 

7 aprile: l’orgoglio dei padri

nel nome di Antonio Sonatore


Lunedì 7 aprile ricorre il 29° anniversario del gesto di disperata contestazione della giustizia ingiusta, compiuto dal maestro Antonio Sonatore, che, nel giorno di Pasqua del 1996, si è dato fuoco dinnanzi al Tribunale di Aosta per affermare l’inalienabile diritto dei figli ad avere un padre e di un padre a poter fare il padre. Sonatore voleva fare il padre, ma, per circostanze non del tutto comprensibili e chiare, su cui ancora è opportuno riaprire un dibattito, gli era stato vietato, nell’indifferenza delle istituzioni, tutte, che si ritenevano autorizzate a disconoscere le proteste di questo amato insegnante, che portava avanti una didattica innovativa, di cui, ancora oggi, i suoi allievi ne parlano.

Non era un esaltato – e tantomeno un pazzo – come qualcuno sosteneva, ma un padre che voleva fare il padre. Voler fare il padre non è un reato, ma solo l’esercizio di un suo diritto, che deve essere permesso anche nelle complesse vicende che si sono susseguite alla separazione e alla sua richiesta di poter essere padre a tempo pieno.

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Mercoledì 02 Aprile 2025 15:24

 
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Giovedì 27 Marzo 2025 17:50

Valle d’Aosta


A chi giova ignorare i suicidi di padri separati?


Chi induce i padri separati a suicidarsi va sottoposto ad accertamenti giudiziari

Ha fatto scalpore – ma non solo tra i separati – la richiesta della Procura di Bari di rinviare a giudizio la moglie per il suicidio del marito, a cui non faceva vedere la figlia. Le cose stanno cambiando dal 7 aprile 1996, quando il prof. Antonio Sonatore – primo padre in Italia - si diede fuoco dinnanzi al tribunale il giorno di Pasqua per protestare contro la giustizia ingiusta, praticata dai tribunali di Aosta e Torino, che gli avevano sospeso la potestà genitoriale (secondo noi, troppo frettolosamente) e non gli permettevano di vedere e stare con la figlia. Credo che il suo gesto sia stato causato dalla disperazione, dall’umiliazione e da strutture pubbliche sorde ai suoi disperati appelli, mentre, per assurdo, il suo atto è stato un gesto d’amore, l’estremo, verso quella figlia che gli veniva negata, per colpe che, oggi, da alcuni attenti magistrati, verrebbero valutate, forse,diversamente, azionando interventi socio-assistenziali per aiutare quel padre a vivere in sicurezza la propria paternità.

In ricordo del gesto d’amore estremo di un padre - gesto facilmente comprensibile, anche se non condivisibile - che non era un pazzo, come qualcuno vorrebbe accreditare, il 7 aprile, in tutto il mondo, si celebra la giornata dei padri estromessi dalla vita dei propri figli, mentre, in VdA, invece, si vieta di ricordare questo suo concittadino, perfino con una semplice stele nel giardino antistante il luogo (l’ingresso del tribunale) dove il disperato padre, stimato insegnante, si è dato fuoco, nell’indifferenza di tutti.

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Venerdì 21 Marzo 2025 17:18

Tribunale di Bari


“Non ti faccio più vedere tua figlia”

madre indagata per induzione al suicidio


di Ubaldo Valentini*

La madre della bambina è stata tanto ossessiva e minacciosa verso il padre della bambina da indurlo, un anno fa, al suicidio. «Se non mi mandi i soldi non vedrai più tua figlia ... dirò a tua figlia che sei morto .... ti farò il c… e vedrai tua figlia solo con il consolato o con la polizia ... mi dovrai dare il tuo stipendio e la casa perché non mi hai garantito le condizioni di matrimonio con l'acquisto della casa» questi erano i toni dei messaggi minacciosi e offensivi che la signora inviava all’ex-marito per costringerlo a pagare.

Il giorno di San Giuseppe, festa del papà, a Bari è iniziato il processo per la richiesta della Procura di rinvio a giudizio della moglie e madre della figlia, la quale, rientrata in Italia (ogni volta dopo mesi di permanenza tanto che trascorreva più tempo nel suo paese di origine con la figlia che in Italia), ha continuato a rendere la vita del marito un inferno, lo aveva cacciato di casa, costringendolo ad andare a vivere nuovamente con i propri genitori, minacciandolo, proprio lei, di denunciarlo per maltrattamenti, procurandogli, scrive il p.m., «uno stato di profonda prostrazione psichica e di terrore di non poter più vedere la figlia minore». Il 10 aprile 2024, esausto per i continui maltrattamenti e minacce sul diritto di frequentazione della figlia, il padre si è gettato dal balcone della casa.

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Venerdì 14 Marzo 2025 19:08

19 marzo: Festa del Papà anche per i separati?


La festa del papà, quest’anno, sembra passare in secondo piano e, negli organi di informazione, la ricorrenza viene ricordata ma senza alcun entusiasmo, nemmeno pubblicitario. Forse la distrazione è voluta perché il padre, nell’affido dei figli, è sempre più ignorato e sempre più perseguitato nei suoi inalienabili diritti di genitore come se la tutela dei figli sia un affaire di chi li ha partoriti.

Cambiano i tempi, qualcuno timidamente sussurra. Non è così o meglio i tempi devono cambiare rimettendo, però, ambedue i genitori, e non solo quello con affido prevalente, al centro della vita dei figli, imponendo loro la condivisione delle scelte a tutela dei minori e imponendo ad ambedue i genitori a mantenere ed educare i figli.

I magistrati più attenti ormai parlano di affido paritario con l’abolizione dell’assegno di mantenimento e dell’assegnazione della casa familiare al genitore con affido prevalente. Occorre fare chiarezza nei rapporti tra genitori e genitori, tra genitori e figli e nei doveri educativi ed economici di ciascun genitore, verificando con scrupolo sia il giro di soldi che un affido comporta sia le mendaci dichiarazioni di chi specula sull’assegno di mantenimento per i figli. Chiarezza che va pretesa con ogni mezzo per garantire le pari responsabilità economiche di ciascun genitore.

La festa del papà non può essere solo una invenzione pubblicitaria ma deve essere l’occasione per una riflessione sulla dignità di questa figura genitoriale e sulla sua insostituibile e fondamentale importanza per la crescita dei minori e, di conseguenza, deve trovare spazio nei sentimenti di tutti coloro che parlano, a parole, di tutela dei minori e di coloro che sono chiamati, istituzionalmente, a garantire le pari opportunità genitoriali.

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