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Giovedì 06 Marzo 2025 13:20

Affido paritario ed assegno di mantenimento


Una cosa è certa: ambedue i genitori hanno il diritto-dovere di crescere, educare e mantenere i figli. Questo sacrosanto assioma può divenire, però, una beffa, perché non si applica nelle aule dei tribunali e, così, permane la differenza tra genitore affidatario e genitore privato dei figli, tra collocatario e non collocatario, che si vede obbligato a versare all’altro genitore variegati assegni di mantenimento per i figli. La questione economica fa la differenza tra i genitori e diviene un ostacolo insormontabile per l’affido paritario, che, invece, prevede la “liberazione” di ambedue i genitori dagli assegni di mantenimento per la prole e la revoca dell’assegnazione della casa familiare al genitore collocatario. La politica di genere, purtroppo, predomina nelle relazioni che i servizi sociali periodicamente inviano al tribunale e, ancora più grave, è un principio intoccabile per tanti operatori della giustizia, che, così facendo, negano il superiore interesse del minore, la bigenitorialità e la cogenitorialità.

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Giovedì 27 Febbraio 2025 17:02

Nell’affido dei figli, ambedue i genitori devono

mantenerli


La Costituzione è molto chiara sui doveri, per ambedue i genitori, verso i figli: “E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio” (art. 30). Si parla di dovere, ma anche di diritto, che nelle aule dei tribunali viene quasi sempre ignorato, relegandolo alla questione economica per il genitore collocatario/affidatario e al risicato diritto di visita. Non esiste, tra i tribunali e i giudici che si occupano del diritto di famiglia e diritto minorile, nemmeno una concordanza operativa sul rispetto delle capacità dei figli, sulle loro inclinazioni naturali e sulle loro aspirazioni (art. 315bis, c. 1, c.c.), ma anche sulle reali possibilità economiche del genitore non collocatario, unico genitore sempre obbligato a pagare, pena anche pesantisanzioni (come, per es., il carcere).

Alcuni giudici giustificano spese straordinarie insostenibili per il genitore obbligato (leggasi padre, che già paga il mantenimento dei figli), deliberate senza prestare la pur minima attenzione ai diritti del genitore estromesso dalla vita dei figli e ridotto a puro bancomat, cioè viene palesemente ignorato il suo inalienabile diritto a condurre con dignità la propria esistenza.

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Giovedì 27 Febbraio 2025 16:56

Giù le mani dall’assegno unico universale


avv. Francesco Valentini*

L’assegno unico e universale, che ha sostituito il vecchio assegno familiare per i figli, è un sostegno economico fondamentale, indispensabile, per milioni di genitori con figli a carico: nel 2024 hanno usufruito dell’assegno unico 6,3 milioni di nuclei familiari e sono stati assegnati 19,8 miliardi di euro, mediamente pari ad €. 172,00 al mese per figlio e l’importo è conseguenziale all’Isee, all’età dei figli, alla presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu). Se i genitori non sono più conviventi, l’importo mensile sarà versato direttamente al singolo genitore nella misura del 50%. L’aggiornamento degli importi sarà fatto direttamente dall’Inps per chi lo ha già percepito in passato, ma solo dietro presentazione dell’Isee aggiornato.

Dal mese di febbraio c’è stato un irrisorio (pochi centesimi) incremento dello 0,8%, rispetto alle somme erogate nel 2024, a seguito delle variazioni dell’indice Istat e i nuovi importi passeranno da €. 57,20 a € 57,50 (aumento di 30 centesimi al mese), per gli Isee superiori 45.939,56, mentre, per gli Isee inferiori ad €. 17.227,33, l’incremento sarà di sole €. 1,60 al mese, passando da €. 199,40 ad €. 201,00, cioè l’equivalente di un litro di latte al mese!

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Giovedì 20 Febbraio 2025 19:17

La beffa del bonus urgente covid per i separati


Il bonus per i separati in difficoltà economica (con un reddito dell’anno precedente  non superiore agli €. 8.000 euro) a causa del Covid di 800 euro mensili per un solo anno - previsto con il decreto Sostegni del 2021 per venire incontro a chi non aveva ricevuto o riceveva dall’altro genitore l’assegno di mantenimento per i figli a causa delle difficoltà economiche causate dal Covid – aveva la durata di un anno ed era riservato al genitore separato o divorziato in difficoltà economica che non poteva versare regolarmente l’assegno di mantenimento all’altro genitore, ora, dopo 4 anni, verrà erogato dall’Inps a chi ha già fatto la domanda entro il 31 marzo (prorogata al 2 aprile) 2024. L’Inps ha comunicato che i fondi previsti solo ora sono stati sbloccati e che nei prossimi mesi, agli aventi diritto, arriverà la somma di spettanza che, al massimo, non potrà superare i 9.600 euro.

Il decreto doveva essere una risposta immediata alle reali difficoltà del genitore obbligato, spesso rimasto senza lavoro, e di quello collocatario dei figli ma, per le consuete difficoltà interpretative del decreto, il ritardo nell’accettazione delle domande e la genericità del decreto stesso i tempi si sono allungati e le domande per l’accesso al bonus sono slittate a tre anni dopo la sua emanazione.

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Venerdì 14 Febbraio 2025 09:16

Valle d’Aosta


Elezioni regionali, i minori ed i genitori separati


Regione e comune, in autunno, andranno al voto per verificare la condivisione dei cittadini alle politiche portate avanti in questi anni dai rappresentanti di partiti e movimenti irrequieti e con politici sempre pronti a cambiare casacca e programmi. Non sappiamo se ci sarà consenso o meno alle scelte politiche - frutto di una monotona e deprimente routine, potremmo dire – considerato che gli amministratori regionali e comunali non hanno prestato la pur minima attenzione alle giuste e inderogabili richieste dei cittadini, come sarebbe loro dovere, e si sono preoccupati, fondamentalmente, di garantirsi la solidità della propria poltrona (cambiando con molta facilità schieramento politico), e degli interessi, non sempre leciti, che sovrastano la politica e che gli amministratori e le opposizioni hanno il dovere di smascherare.

I genitori non più conviventi hanno sperimentato sulla loro pelle e sulla pelle dei loro figli minorenni il fatto che l’amministrazione regionale e quella comunale, per i settori di cui ha competenza, non hanno fatto nulla per regolamentare i servizi sociali, per eliminare il ripugnante clientelismo, imposto dalle solite lobby che gravitano sui servizi sociali e sul c.d. mondo delle devianze minorili e dei separati, ridotti in miseria da provvedimenti ingiusti, coperti dal silenzio degli amministratori regionali. E’ stata chiesta la trasparenza nell’assegnazione dei contributi pubblici alle madri, quasi sempre affidatarie prevalenti dei figli minori, con la creazione di un registro unico dei contributi pubblici e con l’accesso da parte del genitore non collocatario per verificare quali contributi e agevolazioni percepisce la madre dei propri figli, non dichiarati, che rendono vano il principio della proporzionalità nelle responsabilità economiche di ambedue i genitori, ma non solo di uno, come indebitamente avviene oggi (art. 337 ter, c. 4, c.c.).

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Giovedì 06 Febbraio 2025 19:47

Le bugie dell’ANM sulla giustizia ingiusta


Ubaldo Valentini *

Non entriamo in merito alla polemica tra una parte della magistratura e il centrodestra sulla divisione delle carriere, ci limitiamo, però, a sottolineare come non si possa ignorare la giustizia ingiusta, che predomina in tanti tribunali italiani per scelte puramente ideologiche di alcuni magistrati che ritengono la giustizia una convenzione di circostanza. Costoro pur informati che chi amministra la giustizia deve essere imparziale e al di sopra delle parti ma, soprattutto, non può discriminare i cittadini in base alle ideologie di genere predominanti nella società attuale, amministrano il diritto minorile e familiare con molta superficialità, incuranti dei danni socio-psicologici che i minori e il genitore più debole subiscono.

L’A.N.M., nella consueta enfasi autocelebrativa, ribadisce, in ogni sede e in ogni circostanza, che tutta la Magistratura italiana è imparziale ed è garante della Costituzione e della democrazia.

Nulla di più falso.

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Giovedì 06 Febbraio 2025 19:35

I messaggi WhatsApp e gli sms sono prova

nei procedimenti di separazione e divorzio


avv. Francesco Valentini*

La Cassazione Civile, sez. 2a, ha ribadito (ord. n. 1254 del 18.01.2025) che gli sms normali, quelli Whatsapp e le email Whatsapp sono utilizzabili come prova documentale nelle separazioni e nei divorzi e possono essere acquisiti mediante la riproduzione fotografica anche “quando l’originale è per qualsiasi causa distrutto, smarrito o sottratto e non è possibile recuperarlo, può esserne acquisita copia”.

La Cassazione sottolinea che i messaggi "whatsapp" e gli "sms" conservati nella memoria di un telefono cellulare sono utilizzabili quale prova documentale e, dunque, possono essere legittimamente acquisiti mediante la mera riproduzione fotografica, con la conseguente piena utilizzabilità dei messaggi estrapolati da una "chat" di whatsapp" mediante copia dei relativi "screenshot", tenuto conto del riscontro della provenienza e attendibilità degli stessi” quando il diretto interessato, cioè colui contro il quale sono utilizzati, ne disconosce la loro conformità all’originale (cfr. Cass. civ., Sez. 2a, sent. n. 19622/2024; sent. n. 11584/2024; ord. n.30186/2021).

Seppure non dotati di firma, questi documenti informatici sono dati giuridicamente rilevanti e, pertanto, costituiscono prova dei fatti oggetto del procedimento.

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Lunedì 03 Febbraio 2025 10:41

Il reato di mancato mantenimento della prole


Si torna a parlare dell’omesso mantenimento all’altro coniuge e ai figli e le recenti sentenze prese dalle sezioni della Cassazione, civile e penale, con le loro divergenze, evidenziano come la valutazione della violazione dell’art. 570 bis c.p. sia molto più complessa delle soluzioni salomoniche, che, invece, caratterizzano le condanne del mancato versamento dell’assegno di mantenimento, spesso giustificate da un diritto astratto che non pondera i fatti concreti che sono alla base della controversia tra obbligato e aventi diritto al mantenimento.

La sesta sezione penale, con la sentenza n. 32576/2022, nello specificare i presupposti nei quali si consuma il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, introduce l’attenuante della sopravvivenza dignitosa per l’obbligato. Il giudice, recita la sentenza, nei provvedimenti di sua competenza, deve tener conto non solo dello stato di occupazione lavorativa del genitore inadempiente ma, anche della sua reale possibilità di accedere a risorse economiche ulteriori e/o diverse per bilanciare le reali possibilità dell’obbligato, quasi sempre il padre, con il diritto della prole e dell’ex a vedersi corrisposto il mantenimento stabilito dal giudice.

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