Attualità
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Tribunale e Guardia di Finanza nell’affido dei figli


Tempi duri per i genitori furbetti


Il giudice - prevede il codice di procedura civile – in relazione alla richiesta di contributo economico per il mantenimento dei figli, può predisporre in modo autonomo e senza la richiesta delle parti e avvalendosi pure della polizia tributaria, ordinando anche l’integrazione della documentazione depositata dalle parti con indagini sui redditi, sui patrimoni e sull'effettivo tenore di vita, anche nei confronti di terzi (art. 473 bis 2, c. 2).

Il tribunale, pertanto, può avvalersi della Guardia di Finanza - che ha accesso alle banche dati riservate – per far effettuare accertamenti non solo relativamente alla parte finanziaria e/o patrimoniale di ciascun genitore, ma anche sulle richieste di affidamento dei minori, presentate in sede di giudizio di separazione, di divorzio o di semplice loro affido, attraverso l’acquisizione di atti di polizia giudiziaria e/o provvedimenti dell’autorità giudiziaria per verificare se il genitore ha mentito sul proprio patrimonio per essere obbligato ad un assegno di mantenimento più basso oppure ottenere dall’altro genitore un mantenimento più elevato per redditi bassi o, talvolta, addirittura inesistenti, mentre, in realtà, lavora – e tanto – a nero e percepisce somme non dichiarate anche superiori allo stipendio dell’obbligato.

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Ascoli Piceno


Quando le forze dell’ordine sono di parte


Un padre di due bambini piccoli, riconsegnava alla madre collocataria i figli, portandoli a scuola (nido e asilo) alle ore 7.30/7.40, per, poi, recarsi al lavoro (a 30 km) per le ore 8. Con la chiusura dell’asilo per il più grande, il padre comunica (a mezzo pec, tramite il legale) alla moglie e al suo legale che riporterà i figli a casa materna alle ore 7.30 per essere puntuale al lavoro e assolvere ai suoi impegni professionali presso una struttura che a quell’ora inizia la propria attività con il pubblico, avvertendo che non lascerà i figli a sconosciuti e che, se la madre non sarà in casa, riporterà il figlio più grande a casa sua. Al lavoro non può chiedere deroghe orarie, essendo un periodo di ferie del personale. Quando la scuola è chiusa, salvo diverse disposizioni del giudice, per tutti i genitori si osservano gli stessi orari del periodo scolastico.

Ma, per la madre dei due bambini, non è così, perché lei vuole che il padre, addirittura, li riporti alle ore 9 del mattino e, se non può, pretende che sia lui a chiedere il cambiamento dell’orario di lavoro o che paghi una baby-sitter per la fascia oraria 7.30-9. La madre, per i due minori di due e cinque anni, prende oltre 500 euro al mese per l’assegno di mantenimento versato dal padre e altrettanto per il 100% dell’assegno unico universale, cioè oltre €. 1.000 al mese.

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