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2024: un anno di diritti per tutti
Ubaldo Valentini*
Non ci resta che sperare in un anno nuovo, che riesca a garantire i diritti al cittadino, troppo spesso snobbato da La legge è uguale per tutti.
Spes ultima dea (la speranza è l’ultima divinità a cui rivolgersi), altrimenti non ci resta che continuare a piangere sulla incertezza giudiziaria, fonte di una giustizia ingiusta, come portava scritto nel cartello di protesta il prof. Antonio Sonatore, che il 7 aprile 1996 si diede fuoco dinnanzi al Palazzo di Giustizia di Aosta, nell’indifferenza di tutti, a partire dai familiari, che, oggi, vorrebbero imporci di non menzionare questo padre, da loro considerato come pietra di scandalo, perché rivendicava il rispetto dei diritti genitoriali dei padri estromessi dalla vita dei propri figli e per non dover parlare di eventuali loro responsabilità.
“Valde in vita homnium pretisa spes est, sine spe homines misere vitam agunt”. La speranza (Esiodo, Le opere e i giorni), è preziosa nella vita degli uomini, senza speranza gli uomini conducono una triste vita. Vero il consiglio del poeta greco e noi lo prendiamo alla lettera, anche perché siamo consapevoli che non si può più far affidamento nel diritto, poiché viene abitualmente disconosciuto e interpretato nei tribunali, non in nome del popolo italiano, ma secondo le mode di genere.
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