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In Umbria, nelle separazioni,
predomina la giustizia ingiusta
Ubaldo Valentini*
Il preoccupante dilemma sul futuro dei figli dei separati non troverà soluzione fino a quando la giustizia sarà gestita con una discrezionalità tale che sconfessa la scritta che troneggia nelle aule dei tribunali: La legge è uguale per tutti. Se non si rompe la solidale alleanza e corresponsabilità dei servizi sociali con i giudici,in nome del tacito principio secondo cui la madre è sempre la madre ed ha sempre ragione,se i legali non torneranno ad essere i principi del Foro, cioè professionisti che tutelano sempre il cittadino “abusato” da una legge deviata, mettendo in secondo piano le “salate” parcelle a carico del cittadino, malmenato dalle istituzioni e dall’ex-coniuge, e se i politici continueranno a praticare la politica dello struzzo,la giustizia ingiusta, ormai, purtroppo, assai diffusa, finirà per trasformarsi in malagiustizia, cioè la giustiziacoscientemente manipolata, che, di fatto, distrugge, in primo luogo,i minori, che si vedono estromesso dalla loro vita un genitore e che,spesso, sono ostaggi del genitore collocatario, che non esita a plagiare, per condizionarli a rifiutare l’altro genitore, quasi sempre il padre e, in secondo luogo, nega al genitore estromesso dalla vita dei figli il diritto alla genitorialità.Il tribunale tace, sempre, dinnanzi alla indegna azione del genitore collocatario.
Il servizio sociale e i giudici lo sanno, ma preferiscono tutelare, senza i dovuti riscontri concreti e vincolanti, la politica delle scarpette rosse e dei prepotenti ed arroganticentri antiviolenza, che, molto spesso, sono la fonte delle false accuse di maltrattamenti in famiglia. Tra servizi sociali, centri antiviolenza, gestori di strutture di accoglienza di minori e madre esiste una ferrea solidarietà,quasi sempre a scapito del padre dei minori, e la propagandata tutela della donna dagli abusi del marito e/o compagno, quasi sempre inesistenti nelle separazioni,diviene, cometutti dobbiamo constatare, un vero e proprio abuso ad oltranza dei minori. Tutti lo sanno, ma nessuno attiva i politici per legiferare con leggi chiare, inequivocabili, per garantire la tutela delle donne maltrattate veramente, per tutelare il padre ridotto a bancomat,ostaggio dell’ex moglie e/o compagna, che,troppo spesso, usufruisce di un indebito patrocinio a spese dello Stato, cioè dei cittadini che pagano le tasse, per far pesare sui cittadini la difesa legale delle sue denunce false.
Le denunce, documentate, del genitore a cui il giudice - per fortuna non tutti - riconosce solo il ruolo di generoso bancomat, vengono quasi sempre archiviate e ritenute ostative delle libertà materne, soprassedendo all’inalienabile diritto dei figli alla bigenitorialità e del genitore alla co-genitorialità.
L’Umbria costituisce una pericolosa deriva al rispetto dei diritti dei minori e dei genitori, nonostante le tante roboanti iniziative a tutela dei minori, con, a capo, quella Corte di Appello che, abitualmente, rigetta i ricorsi del genitore penalizzato o emette sentenze copia di quelle di primo grado o aggrava la pena contro il genitore appellante.
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