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Aosta

Non accettiamo i veti di alcuni partiti perché

stiamo, sempre, con i minori e con i separati

 

Da ventisette anni assistiamo i minori loro malgrado coinvolti nelle separazioni dei genitori e il genitore, notoriamente, di fatto estromesso dalla vita dei propri figli per un assurdo connubio tra le istituzioni che dovrebbero tutelarli e per la cronica assenza della quasi totalità del mondo partitico valdostano che volutamente ignora questi perpetuati e quotidiani abusi sui minori e sul loro padre, causa, in Vda, anche di tanti suicidi dei padri impotenti e offesi dalla giustizia ingiusta. Problemi mai affrontati perché le forze politiche non vogliono dispiacere al tribunale e non voglio mettere mano ad una seria e vincolante regolamentazione dei servizi sociali, tollerando sperpero di danaro pubblico con il finanziamento di strutture sociali e incarichi a professionisti che tali, in concreto, poi potrebbero risultare non esserlo.

Nessuno funzionario del settore famiglia, salute, sanità e politiche sociali, come invece sarebbe suo dovere istituzionale, effettua controlli sull’operato della struttura dei servizi sociali e dell’Asl che si occupa dei minori tramite evitando, come prassi, che controllori e controllati siano sempre le stesse persone. Il monitoraggio dei servizi è un dovere e non un optional a discrezioni degli amministratori regionali e degli enti locali.

La Regione non vuole mettere mano ai servizi sociali per non andare contro quelle forze partitiche che proteggono questa struttura (foriera di voti) e che servono a tenere in piedi una traballante maggioranza, dove la sinistra (a cui più volte abbiamo chiesto aiuto su queste devastanti problematiche) si dimentica dei padri separati e dei minori emarginati dalla gestione delle strutture pubbliche, con tutte le deleterie conseguenze che ne conseguono. Un assessorato e altri privilegi, per un partito di sinistra e per quelli che si dichiarano al servizio dei cittadini, val bene l’oppressione delle giuste rivendicazioni dei separati e dei loro figli? Ma forse la Vda è una regione tutta speciale e poco propensa a tutelare tutti i cittadini, compresi quel 70% oppressi da una allegra gestione istituzionale dei minori e del genitore più debole ed estromesso dalla vita dei figli. Le baby-gang e le devianze minorili non sono una nostra invenzione ma un dato di fatto. Quando è stato chiesto di porre una stele al margine del giardino dinnanzi al tribunale per ricordare Antonio Sonatore, tutti compatti non hanno votato a favore come se fosse disonore ricordare il primo padre italiano che si è dato fuoco oppresso dalla giustizia ingiusta del tribunale di Aosta e la cui ricorrenza (7 aprile) è ricordata in tutto il mondo come giornata a tutela del genitore estromesso dalla vita dei figli.

Questi partiti (o movimenti locali) non solo si disinteressano di queste problematiche sociali ma vorrebbero che anche questa associazione non ne parli e che nei convegni e conferenze, da lei organizzate, non dia spazio alle forze dell’opposizione, cioè ad esponenti che, unici, nelle ultime legislature hanno parlato della drammatica situazione dei separati e dei loro figli, dei padri suicida facendosi interpreti delle nostre rivendicazioni anche con interpellanze sistematiche respinte dalla stragrande maggioranza dei consiglieri regionali.

Non accettiamo veti sul nostro operato – ma siamo disponibili a pubblico confronto su tematiche specifiche - poiché da ventisette anni siamo coerenti con le nostre giuste richieste, come previsto dallo statuto, e non siamo al carro di nessuna forza partitica. Chiediamo giustizia per i separati e per i loro figli in linea con quanto prevede la legge italiana e le Convenzioni internazionali sui minori. Abbiamo pubblicamente sottolineato il nostro apprezzamento alle singole iniziative dei singoli consiglieri regionali che si interessano delle problematiche minorili e dei padri separati.

Non ci interessa la loro appartenenza a questo o quel partito (Ms5, gruppo autonomo, Lega), non ci interessa il loro cognome ma esclusivamente il contenuto delle loro interpellanze e dei loro interventi a difesa dei separati e dei figli dei separati. Il resto è solo un riprovevole modo di

comportarsi di chi considera la politica non come un servizio verso la comunità ma solo come una provvidenziale opportunità per sistemare le proprie faccende economiche e clientelari. Parenti e amici inclusi.

Non accettiamo veti di alcuni partiti o dai loro emissari e nei convegni e conferenze noi inviteremo coloro che hanno messo la faccia nella battaglia per i diritti negati ai minori e al genitore estromesso dalla loro vita. Lo faremo a modo nostro, senza peli sulla lingua, denunciando le ingiustizie imperanti in Valle d’Aosta, anche per la responsabilità dei consiglieri regionali che ignorano la piaga del disagio giovanile e le conseguenze deleterie che tutto ciò provocherà nella società regionale e non solo.

Le nostre conferenze, dibattiti e convegni, come quello del 14 settembre, sono aperti a tutti e tutti possono intervenire nello spazio riservato al dibattito. Inoltre, tutti colo che vogliono confrontarsi con noi, associazione di volontariato, lo può fare non con i pretesi divieti ma a seguito di atti politici chiari e non discriminatori di un genitore.

Il resto è solo paranoia di chi, istituzionalmente pagato per tutelare tutti i cittadini, non fa nulla, pur essendo ben consapevole della disastrosa situazione dei separati valdostani, per tutelarli in tutte le sedi istituzionali e permette, però, che i contributi per i separati vengano amministrati senza regole e senza riscontri. Forse la Corte dei Conti farebbe bene a verificare e applicare le proprie competenze per frenare lo sperpero del danaro pubblico, cioè di tutti noi cittadini italiani.

Ubaldo Valentini

 

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