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Ripartiamo dai figli dei separati


Queste le iniziative che l’associazione intende portare avanti fino alla primavera 2025

Parliamo delle iniziative che verranno portate avanti dalla nostra associazione nel 2024 e primavera del 2025, ripartendo, come sempre, dai figli minori di genitori non più conviventi, cittadini ostaggi di retaggi culturali e discriminatori, con la connivenza di troppi politici che non amano la trasparenza, l’informazione e la tutela dei minori, che, un domani, saranno chiamati a gestire la società italiana ma oggi sono cittadini a cui è negato il rispetto dei diritti forse perché in tenera età e perché ancora non votano.

Non c’è trasparenza nella gestione dei sussidi elargiti dagli enti locali, dove è vincolante il rapporto patronus-cliens (elettorale), da cui ne consegue che non si fanno funzionare i servizi sociali secondo i dettami della legge 241/90 e non si effettuano i dovuti controlli sul loro operato da parte dell’ente che li gestisce effettuato da professionisti di fuori regione, perché controllore e controllato non possono appartenere alla stessa struttura. Controllo quanto mai più urgente poiché i servizi sociali sempre più vengono delegati a strutture private. La nostra associazione, in tutti questi anni, ha ripetutamente denunciato, in tutta Italia, la mala gestione dei servizi sociali e la cultura discriminante che è alla base del loro operato. Ci siamo fermati con il Covid ed ora ripartiamo e pretendiamo precise risposte alle ragioni per le quali non vengono rispettati i diritti dei minori figli di genitori non più conviventi e del genitore estromesso dalla loro vita. Vogliamo sapere perché i politici e i servizi sociali da decenni si coprono a vicenda nel silenzio di chi, al contrario, dovrebbe intervenire, cioè i tribunali civili e penali, la corte dei conti per la forte evasione fiscale che riguarda il genitore nullafacente e i professionisti che lavorano in questo settore sociale.

Ripartiamo da qui, affrontando, con dibattiti, convegni e conferenze, gli abusi istituzionali dei servizi sociali, ma anche dei trribunali, con l’intento, come sempre, di un confronto franco, ma collaborativo, con gli amministratori pubblici e con quelle forze politiche che, nel corso degli anni, si sono dimostrati attenti alle problematiche dei genitori non più conviventi, a cui viene negato il diritto alla cogenitorialità, e sono sensibili al forte disagio dei minori, a cui, nei fatti, viene negata la bigenitorialità. Ripartiamo dal cittadino, anche di pochi anni, per tutelarlo nei suoi inalienabili diritti umani, sanciti dalla Costituzione e dal Codice civile e penale.

Queste le iniziative deliberate dal nuovo direttivo.

L’affido congiunto paritario come prassi e non come eccezione, che in tantissimi tribunali italiani non esiste affatto, sarà il filo conduttore delle nostre battaglie per una giustizia che difenda tutti i cittadini e per porre fine alla giustizia ingiusta imperante causa di tanti padri che si sono tolti la vita dalla disperazione.

Il nostro numero 328.5322200 sarà a disposizione, 24 ore, di tutti coloro che hanno la necessità di contattarci immediatamente per informazioni in tempo reale sui diritti propri e dei loro figli e sul modo di opporsi alle menzogne istituzionali o alle notule su prestazioni non concordate degli avvocati.

Videoconferenze online legate alla condizione nelle rispettive regioni dei minori figli di genitori non più conviventi e del genitore escluso dalla vita dei propri figli, grazie allo stratagemma opportunistico dei giudici italiani (creato dai tribunali, ma non previsto dalla legge) consistente nella collocazione prevalente dei figli presso un genitore, cioè per il 94% alla madre che, in questo modo, mantiene integro il suo predominio nella gestione dei figli, così come avveniva prima della introduzione dell’affido congiunto (l. 54/2006). L’accesso alle videoconferenze sarà possibile sul sito web dell’associazione (www.genitoriseparati.it) e/o su altre agenzie di informazione sensibili a queste diffuse problematiche. E’ prevista anche la partecipazione, in

piena autonomia, delle istituzioni che operano nel settore minorile e nelle separazioni.

Conferenze-dibattiti in presenza sulle tematiche inerenti l’affido dei minori per un confronto diretto tra genitori separati e le istituzioni, responsabili della gestione di questa particolare emergenza, spesso snobbata dalla maggior parte della politica, della magistratura, degli operatori socio-sanitari, della scuola, del mondo forense e, spesso, anche da parte del privilegiato genitore collocatario. Sarà un confronto franco per arrivare ad una convergenza operativa che rispetti pienamente le giuste prerogative di ciascuno.

Patrocinio a spese della Regione per il genitore che, a causa del perverso meccanismo nazionale di accesso, di fatto esclude al genitore non collocatario l’accesso gratuito all’assistenza legale o psicologica, per il 94% dei padri, poiché non possono scindere dal loro stipendio le somme versate alla madre per il mantenimento dei figli (che invece deve essere conteggiata a carico della beneficiaria) e, così, non è permesso loro di potersi difendere, a differenza della madre, che, quasi sempre, è falsa disoccupata e, quindi, senza reddito, mancando i controlli degli organi competenti o non dichiara tutti gli introiti che riceve come genitore collocatario. La difesa giudiziaria deve divenire un diritto per tutti, altrimenti la legge non potrà dirsi uguale per tutti.

Registro unico degli enti locali e della Regione per i contributi, a vario titolo concessi, per i figli dei separati e per i genitori separati con figli conviventi, al fine di garantire la massima trasparenza e porre fine ai consolidati abusi a favore del genitore che, a denti stretti, pretende, sempre, la collocazione dei figli. Tale registro, contrariamente all’attuale comportamento dell’ente locale, deve essere accessibile relativamente ai propri figli, sempre, al genitore che ne fa richiesta, poiché, in merito ai figli, non esiste la privacy tra i due genitori, come i funzionari pubblici dovrebbero sapere.

Nuovo Regolamento per l’accesso alle graduatorie dell’edilizia popolare, con la riserva di una significa parte delle c.d. case popolari ai genitori non più conviventi, collocatari e non dei figli. Il Regolamento dovrà prevedere la situazione del genitore separato in forte difficoltà economiche per l’assegno di mantenimento e delle spese straordinarie o perché rimasto senza lavoro o in cassa integrazione. Già tanti enti locali si muovono con successo in questa direzione. Anche ciò contribuisce a ridurre la conflittualità genitoriale.

L’assegno di mantenimento per i figli spetta ad ambedue i genitori (art. 30 Costituzione e diritto di famiglia vigente), compreso il genitore collocatario, e il giudice deve espressamente determinarne la quota per ciascun genitore all’atto dell’affido dei figli. Attualmente, è solo il genitore non collocatario a provvedere al loro mantenimento, pagando, di fatto, l’altro genitore come baby-sitter dei propri figli, quando gli stessi, con l’affido congiunto paritario, se venisse applicato, potrebbero essere mantenuti direttamente da ciascun genitore e potrebbe essere garantita la vera bigenitorialità e cogenitorialità. L’utilizzo dell’assegno di mantenimento di ambedue i genitori va documentato, anche per evitare che diventi solo un sussidio per il collocatario, che, se non mette a disposizione dei figli la somma imposta dal tribunale, commette lo stesso reato attribuito all’altro genitore quando non versa regolarmente il mantenimento ai figli. Basta volerlo. E’ una questione di giustizia.

La genitorialità non può essere improvvisata poiché è anche una scienza e i genitori vanno educati a svolgere adeguatamente questo ruolo con specifici corsi gratuiti propedeutici alla genitorialità, tenuti da professionisti con esperienza in questo delicato e particolare compatto sociale, alla cui gestione condivisa devono partecipare tutte le forze sociali presenti sul territorio.

Verranno riattivati, in alcune città italiane, gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto (A.M.A.), formati da persone consapevoli che le problematiche dei separati e dei loro figli possono essere affrontate direttamente dal basso, condividendo le proprie difficoltà e confrontandosi con altre persone che vivono o hanno vissuto situazioni simili.

Non ultimo, chiederemo un rapido e vero controllo del lavoro non dichiarato dal genitore collocatario, diffusissimo in Italia, che falsifica tutti i dati economici dei singoli genitori, favorendo il genitore che evade indisturbato e penalizzando quello che, invece, dichiara tutti i redditi e viene ridotto alla miseria per assegni ingiustificati o, nell’impossibilità di fare il genitore e versare anche l’assegno di mantenimento, si toglie la vita.

Il nostro programma delle attività che l’associazione svolgerà in questi mesi è un programma aperto a tutte le indicazioni che ci verranno fatte o emergeranno dall’attività pubblica e, di conseguenza, verrà continuamente aggiornato secondo le proposte e le esigenze dei minori coinvolti e dei loro genitori.

I convegni, almeno due all’anno, su tematiche impegnative, avranno inizio con l’appuntamento che si terrà a metà del prossimo mese di giugno con il preciso intento di creare una diversa sensibilità sociale sulle pericolose conseguenze sui minori di un affido ingiusto e penalizzante un solo genitore.

Non a caso, ripartiremo in varie città con un convegno pubblico dal titolo Violenza di genere: quando le vittime sono i minori e il loro padre, con la partecipazione di esperti e di un amministratore del consiglio regionale locale. Sarà un’occasione per evidenziare come l’uomo e i minori, tantissimi, sono purtroppo vittime della violenza di genere e sono estromessi da qualsiasi pubblico confronto, dove indiscutibili sono i privilegi dominanti del matriarcato, la discriminante gestione delle “pari opportunità” (istituzione politica), dei centri antiviolenza e delle varie e agguerrite associazioni di genere (economicamente ben foraggiate dall’ente pubblico) che si dimenticano che la violenza è subìta anche in modo superiore delle donne dagli uomini e dai minori e che i soldi che amministrano, senza nessun regolamento, sono di tutti i cittadini e le parole “pari”, centro antiviolenza, case famiglia (costose e che danneggiano i minori, isolandoli, di solito, dal padre) hanno un senso ben preciso e univoco, cioè non esiste distinzione tra uomo e donna, perché la violenza è violenza indipendentemente dal soggetto che la subisce o che l’effettua. Il resto è abuso che va combattuto - sempre – come la violenza, le mancate pari opportunità e lo sperpero discriminante del danaro pubblico.

Chiederemo una risposta chiara sulla gestione dei soldi pubblici e sulla conduzione delle case famiglie, tenendo presente solo il fine, ma non gli interessi lobbistici che vi stanno dietro. Per farlo, però, è opportuno che chi finanzia queste strutture garantisca la massima trasparenza e le specifiche competenze professionali degli operatori, poiché, queste strutture, spesso “segrete”, non sono un privilegio occupazionale e tantomeno un rifugio per persone problematiche e senza arte alcuna.

Ben graditi sono i contributi dei separati, degli operatori sociali, dei politici e dei figli dei separati che vivono sulla propria pelle la malagiustizia e la presunzione della maggior parte dei servizi sociali con contatti telefonici al 347.6504095 o su Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . Le problematiche dei minori sono un problema sociale che riguarda tutti noi e non possiamo giustificare il nostro disinteresse con il fatto che non ci riguarda perché i minori non sono nostri figli.

Ubaldo Valentini

 

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