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Registro della Bigenitorialità


L’avv. Gerardo Spira, con la profonda Competenza giuridica che lo contraddistingue e con l’amore per la Giustizia e la trasparenza che ha caratterizzato tutta la sua vita, affronta il falso tema del Registro della Bigenitorialità. Registro che non ha alcuna valenza di legge e serve, invece, solo per nascondere la non volontà della politica e degli enti locali a garantire la vera tutela dei minori nella società e nelle separazioni.  Agli enti locali e ai ministeri competenti sui minori spetta garantire che le istituzioni operino nel bene dei minori, esigendo il rispetto della legge attraverso Protocolli che regolino l’attività dei servizi sociali e dei tribunali condivisi, prima di tutto, con i genitori e le loro associazioni. Quelli fatti tra tribunali e ordini professionali non sono altro che espressione di consolidate e anacronistiche caste.

La politica nazionale deve – finalmente - affrontare tutta la tematica minorile, disciplinandola con protocolli e regolamenti nazionali, controllando seriamente e direttamente l’attività delle istituzioni italiane che operano in questo delicato mondo minorile non sempre con senso di equità e giustizia. Da ventun anni - ora affiancati dal nostro presidente onorario, avv. Spira - lottiamo per la centralità del minore nella società, soprattutto nelle separazioni, e per una Giustizia che, forse perché mal interpreta la legge, quasi sempre sottrae il figlio ad un genitore o addirittura ad ambedue. I giudici – come da anni andiamo ripetendo nei convegni e in queste pagine - non possono fare gli psicologi, i sociologi e gli assistenti sociali. Questi non possono amministrare la legge. (uv)


Si ingarbuglia ancora di più la situazione

dei conflitti familiari e la condizione dei figli


Vale un vecchio detto “gli scienziati non sanno più cosa inventare per reggere in politica”.

Avv. Gerardo Spira*

Parole, frasi fatte e ripetute, concetti copiati, strafalcioni giuridici: la novella del Registro della Bigenitorialità ha solo lo scopo di fare passare il messaggio secondo il quale la politica ascolta e si muove nel loro interesse.

Qualcuno ha anche la sfrontatezza di dichiarare nelle pubbliche assemblee che il Registro della bigenitorialità è legale, che trova il suo aggancio nella legge del 2006 (bugia consapevole?), ma si è guardato bene dall’indicarne il numero, sicuro dell’approvazione. Il risultato lo conferma! L’affare è passato senza eccezioni. Agli elettori attenti il giudizio! La fretta e la superficialità portano a questi scherzi. Abbiamo perduto, purtroppo, la sensibilità all’impegno serio delle proposte nelle assemblee, studiate e fondate sulla legge. Gli altri si accodano. Per condivisione pura e semplice o per lungimiranza politica? Resta il dubbio amletico!

Veniamo all’affare del Registro della Bigenitorialità, così si dice in amministrativo quando si discute di un argomento collegiale. Anche Città di Castello è stata colpita dall’influenza di un “movimento” che pervade in molti comuni italiani, specie ora, in prossimità di scadenze elettorali. Così Il 15 ottobre anche il consiglio comunale di Città di Castello, ha approvato la proposta del capo gruppo della sinistra Giovanni Procelli di istituire il Registro, per garantire ad entrambi i genitori il diritto ad assumere decisioni e partecipare alle scelte che coinvolgono salute, educazione ed istruzione del figlio” (sic).

Chissà se il consiglio comunale sa che questi principi sono nella legge e che costituiscono prerogativa di applicazione del Tribunale. In coro tutti i presenti hanno detto sì. Le motivazioni? Sono state esplicitate sommariamente di natura politica. Pare che l’atto del Consiglio sia un primo passo per la successiva regolamentazione.

Essendo materia di competenza esclusiva dello Stato, non si comprende come sia stato superato lo scoglio del parere tecnico in ordine alla legittimità della proposta. Così anche quello sulla Privacy che con il decreto europeo, in materia dei minori, è ritenuto molto importante. Ma tant’è! Attendiamo gli eventi, dal momento che, sul problema ha puntato gli occhi del controllo sia il Ministero dell’interno che quello della funzione pubblica.

La proposta del Consiglio passerà ad una commissione comunale(?) per fare un Regolamento tipico, di quelli che già circolano in diverse edizioni in Italia.

L’argomento non ci trova meravigliati, perché abbiamo avuto modo di misurare il polso dell’amministrazione del capoluogo della Regione: la città di Perugia. A Perugia l’accordo politico ha portato un nucleo di maggioranza a dire no al Regolamento che invece va nella direzione della legge a tutela degli interessi dei minori.

Ciò nonostante, intendiamo, a tal proposito, esprimere il nostro pensiero in merito e lo facciamo pubblicamente, pur sapendo che contrasterà con quello della politica di turno che lo ha espresso con una votazione unanime. Ne esplicitiamo le ragioni.

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Nell’attuale società vi sono interessi vari che travolgono anche i sentimenti dei bambini.


Minori sequestrati:

Un affare di milioni di euro per associazioni e case protette


avv. Gerardo Spira*

Su questo argomento, di drammatica attualità, vogliamo aprire un confronto con i genitori, con le istituzioni e, in specifico, con coloro che a parole vorrebbero farci credere che la giustizia minorile funzioni bene e che tuteli “il superiore interesse dei minori”. Chiediamo fatti concreti, nel parlamento e nei tribunali, sorvolando sulle confusionarie e ambigue proposte di legge fatte per tutelare il politico e le sue presunzioni culturali. L’avv. Spira resta a disposizione per chiarimenti e per accogliere il contraddittorio su questa tematica. (ndr)

 

Tra il mese di aprile e maggio di quest’anno compare sul filo della mia posta elettronica la notizia di un giovane collega il quale mi informava che da Roma due minori erano stati rapiti, in gran segreto, al padre, Clown di circo, in seguito alla denuncia della compagna, scomparsa pure lei con loro. Il genitore presentatosi ai carabinieri per denunciare il fatto, viene a conoscenza di notizie frammentarie e vaghe, circa l’allontanamento coatto dei tre in luogo sconosciuto e segreto. La gravità del pericolo non aveva consentito alle Autorità di informarlo. Così si rivolge ad un avvocato per venire a capo della situazione. L’avvocato, preso dal fatto, nonostante i suoi contatti con gli organi giudiziari e di polizia mi informava che L’evento veniva sottaciuto e tenuto in un’atmosfera nebulosa. Trascuro gli effetti sentimentali del fatto e le conseguenze sulla vita di particolare lavoro dell’uomo. Il clown è l’artista del circo equestre più capace di penetrare nei sentimenti della vita sociale. Il colpo inferto a quel genitore è stata l’azione più atroce e sconvolgente di una condanna a morte. Purtroppo, in questa società vi sono interessi che travolgono anche i sentimenti dei bambini. Il legale dopo rabbiose insistenze è riuscito ad ottenere un provvedimento del Tribunale per i minorenni di Roma che conferma la legittimità della decisione adottata, senza notificargli il provvedimento adottato. Senza conoscere dunque l’Autorità che lo ha emesso e i motivi della stessa. Al legale quindi viene impedito di fatto di fare il suo dovere. Ci troviamo in una di quelle fasi in cui l’urgenza e la cautela diventano gli strumenti a cui l’Autorità pubblica ricorre come estrema ratio, senza che il cittadino possa difendersi. Tutto resta al buio e nel buio si muovono, a loro piacimento, organi e Autorità coinvolte. Poi si vedrà! Così e accaduto, infatti, in alcuni momenti della storia in cui sono stati fatti scomparire esseri umani i cui resti sono venuti alla luce a distanza di anni. Questi momenti sono stati definiti anche di estrema pazzia. Il diritto e la Giustizia sono altra cosa, perché parliamo di diritti e i diritti non si possono sopprimere o nascondere.  Il fatto di Roma, dopo sei mesi rimane ancora avvolto dal mistero giudiziario.

Sequestro o rapimento? Improvvisamente scoppia il caso. I tre, madre e figli” erano stati collocati in una struttura segreta in Sicilia, chiusa poi dalla magistratura palermitana per maltrattamenti di minori. La notizia finisce, con grande clamore, nella cronaca giudiziaria. Chi ha indicato quella struttura? Chi ha convalidato senza i dovuti controlli? Il legale cerca affannosamente di sapere dove sono stati ricollocati i tre. Niente da fare. I telefoni, colorati e non, squillano in segreto per mantenere la notizia e le tre persone riservate. Madre e figli, con un altro provvedimento, sempre riservato ed urgente, vengono trasferiti un’altra struttura che non è dato conoscere. Si sa solo che è stato emesso un provvedimento cautelare ai sensi dell’art. 403 del c.c. Nessuna traccia del provvedimento e quindi dell’autorità proponente.

Fin qui le notizie.

Poi la nebulosa si fa sempre più chiara e si viene a sapere che la sig.ra, madre dei minori, di nazionalità straniera, aveva contattato un’avvocatessa di Roma, del giro, la quale attraverso un’associazione antiviolenza (dalla stessa diretta e gestita?!) e collegata ad uno dei famosi telefoni colorati di Stato aveva curato tutto l’affare. Non entriamo nel merito della questione denunciata. Questa rientra nelle competenze della magistratura. Intendiamo invece trattare l’argomento dal punto di vista della necessità e urgenza giuridica perché, il disimpegno del tribunale, in specifica materia, a nostro avviso, concorre a sfaldare valori e principi della famiglia, espressamente definiti nella Costituzione e nelle leggi.

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