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I padri separati, durante una partecipata assemblea, hanno esternato tutto il loro malessere verso le due istituzioni che  discriminano loro e i figli. Sono intenzionati ad attivare una azione collettiva – class-action – contro il tribunale penale e civile della Valle d’Aosta per non averli rispettati come persone, come cittadini e come genitori poiché le istituzioni parlando sempre al femminile. Chiedono reale tutela dei propri figli e, da parte dei tribunali,  condanna per quelle madri che dichiarano il falso durante la separazione e non fanno vedere i figli al padre. Dove sono i politici valdostani?

I separati contro il tribunale e servizi sociali

Durante un vivace incontro di genitori separati - tenuto presso il CSV di Aosta e a cui hanno partecipato anche alcuni esponenti politici regionali e nazionali - sono state analizzate le ripercussioni pratiche che la recente sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo – di condanna dei tribunali e dei servizi sociali italiani per le discriminazioni verso i padri separati - avrà nel contesto valdostano.

Da subito partiranno le class-action nei confronti del Tribunale penale e civile di Aosta per la troppa facilità di alcuni giudici (senza immediata prova e contraddittorio) con cui vengono emessi decreti penali, dietro la semplice denuncia della ex-moglie o compagna o segnalazione delle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia e per stalking a cui seguirà condanna penale certa nei confronti dei padri.  Tutto ciò comporta immediato allontanamento dalla casa familiare, spesso di loro esclusiva proprietà, assegni di mantenimento, visite contenute e protette ai figli, educatore (tra i piedi), mediazione, psicoterapia e quant’altro il buon mondo dei servizi sociali propina per giustificare l’ingente utilizzo di danaro pubblico.

Un pool di legali di fuori regione – che fanno capo alla nostra associazione - seguirà i separati che aderiranno alla classaction. I costi saranno fortemente contenuti e accessibili a tutti, contrariamente a quanto avviene, invece, oggi dove molti padri devono solo subire l’”esproprio” dei propri figli da parte delle istituzioni.

I figli sono dei genitori e non delle istituzioni pubbliche o private – leggasi tribunali, servizi sociali, forze dell’ordine, cooperative sociali, professionisti, ecc.. e  il cui operato non viene mai sottoposto a verifica – e i genitori non possono essere espropriati del loro diritto alla genitorialità e i figli non possono essere privati di un genitore. I genitori si aiutano seriamente a fare i genitori ma quando i figli sono assenti perché altrimenti ai minori si trasmette il messaggio che il suo papà o la sua mamma o entrambi non sono capaci a fare il genitori, creando in loro confusione e sfiducia. L’affetto di cui i figli dei separati necessitano non può essere fornito “meccanicamente” da una figura terza.

Al centro delle contestazioni legali ci saranno anche le procedure collettive con cui si “consigliano”, nelle separazioni giudiziarie, i genitori a raggiungere ad ogni costo un accordo, con cui si impongono in modo generico gli interventi- anche quelli meno opportuni – dei servizi sociali designati a divenire i veri “gestori” dei figli. Si contesterà anche il modo con cui si determina l’entità degli assegni di mantenimento e la ripartizione di indefinite o omnicomprensive spese straordinarie, l’assegnazione della casa familiare, la ripartizione equa dei tempi di permanenza dei figli con ambedue i genitori (garantendo le pario opportunità genitoriali e prevedendo anche l’affido condiviso alternato), la obbligatorietà di drastici provvedimenti del tribunale civile e penale nei confronti del genitore che non rispetta le disposizione del tribunale.

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