Perugia, 15 Marzo 2004 Basta! Adesso basta per favore! Parliamo naturalmente di quella telenovela riguardante la bimba di circa otto anni che vuole - sì è lei che vuole - stare con il "suo" papà, ma tutto ciò non le è concesso perché minorenne e perché un provvedimento "provvisorio", risalente a cinque anni fa, la affidava alla madre. Un provvedimento provvisorio che, nonostante le motivate richieste di modifica avanzate dal padre, nessuno cambierà per anni.
E noi chi siamo per intervenire su questa vicenda? Siamo in primo luogo mamme, poi, componenti del direttivo dell'Associazione Genitori Separati e vogliamo, da mamme e anche a nome delle altre mamme dell'AGS, dire la nostra opinione. Anche noi abbiamo avuto separazioni difficili e figli minori, ma abbiamo sempre cercato di dare ai nostri figli serenità per superare il trauma della separazione. Ecco perché ci rivolgiamo, pertanto, alla mamma della piccola bambina. Cara signora, non comprendiamo questa sua fermezza nel rivolere sua figlia che la rifiuta come mamma. E allora, cosa crede di avere da sua figlia baci e carezze dopo averla tolta da suo padre con l'intervento della forza pubblica? Ora e quando sarà grande, se naturalmente ci diventerà, pensa che sua figlia l'amerà? No, sicuramente la odierà! E l'odio è la cosa peggiore che una madre possa subire da un essere portato in grembo con tanto amore e sacrificio! Visto che il padre è un padre attento e rispettoso della bigenitorialità - e considerato che la bambina sta bene con lui ed ora è serena - riveda la sua posizione di madre e si chieda perché sua figlia non vuole stare con lei e perché c'è questo rifiuto interiore verso il suo nuovo nucleo familiare in casa del convivente. Lei potrebbe vincere la battaglia con suo marito, ma non vincerà la guerra con sua figlia, che da lei si aspetta affetto e comprensione. Certo, il ruolo dei giudici è determinante anche in questa situazione. Sbagliare verdetto è fatale per questa bambina e per la sua assurda storia, che potrebbe avere risvolti anche drammatici, e che nessuno di noi può permettersi di avere nella coscienza! Ma perché questa bambina non viene ascoltata dai giudici riguardo alle violenze che lei stessa racconta, a tutti e spontaneamente, di aver subito? Perché, essendo minorenne, la sua testimonianza non è attendibile? Abbiamo sempre sentito dire e ridire che i bambini sono "la bocca della verità", perché ciò non vale in questa circostanza? Bene, detto questo, vorremmo che a questa telenovela a puntate giungesse la parola "fine". Ma "fine" vuol dire giustizia, tenendo conto di ciò che questa bimba, così piccola ma determinata, vuole con tutte le sue forze: "stare con suo padre"! I giudici facciano il proprio dovere, altrimenti anche loro perderanno la guerra! Perugia, 15 marzo 2004 Anna Fioravanti (vicepresidente) Annarita Galardini (consigliere) Donatella Severini (consigliere) |